I capitoli è come se fossero dei piccoli racconti a se. Si parla di ricordi di viaggi. per i più curiosi è un piccolo spunto per approfondire e conoscere meglio i luoghi di cui parla. Alcune cose citate sono "passate" ma cmq merita di essere letto
Viaggi e altri viaggi
Dice Antonio Tabucchi: "Sono un viaggiatore che non ha mai fatto viaggi per scriverne, cosa che mi è sempre parsa stolta. Sarebbe come se uno volesse innamorarsi per poter scrivere un libro sull'amore". Eppure, in "Viaggi e altri viaggi" ci sono i luoghi del mondo, un mondo sufficientemente grande per non essere quel "villaggio globale" che vorrebbero i sociologi e i mass media. Vi entrano "alla rinfusa" la Lisbona di Pessoa, il Brasile distante dalle mete obbligate di Congonhas do Campo, la Madrid dell'Escorial, il Jardin des Plantes a Parigi, l'Australia di Hanging Rock, la Séte di Paul Valéry, e poi Creta, la Cappadocia, Il Cairo, Bombay, Goa, Kyoto, Washington. Tabucchi ci accompagna con sovrana gentilezza a conoscere e a riconoscere i luoghi di una mappa singolare, certo, ma condivisibile attraverso la lingua familiare del racconto. Una mappa che si apre volentieri ad "altre" forme di viaggio la rassegna delle città fantastiche degli scrittori, le letture di Stevenson, la misteriosa frase di uno zio davanti agli affreschi del Beato Angelico, le montagne di Eça de Queirós, l'Egitto di Ungaretti, l'evocazione dell'Amazzonia attraverso un grande libro come Il ventre dell'universo. Nell'uno e nell'altro caso - nei viaggi effettivi e in quelli evocati dalla letteratura - Tabucchi ci invita a vedere e a restare, a muoverci e a ritornare. Ogni volta l'appuntamento è una sorpresa, perché il mondo è sempre un altrove, una scoperta di noi stessi attraverso gli altri.
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Anno edizione:2013
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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MANUELA14 25 febbraio 2025BELLO
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Maurix 28 dicembre 2024Non un libro ma serie di ricordi
Una vecchia regola recita che bisognerebbe sempre rifuggire dalla lettura di opere non veramente biografiche in cui lo scrittore amato condivide una sorta di diario di viaggio (sia in senso letterale di diario di viaggio che di pensiero). Troppo alto il rischio di andare incontro a delusioni "ideologiche" o simili; pensiamo a Celine e al guasto che uno ne avrebbe leggendo scritti in cui trapelasse il suo pensiero politico. Il libro di Tabucchi è costituito da una serie di ricordi di viaggi fatti (quindi non un vero diario di viaggio) negli anni e come tale potrebbe essere benissimo letto senza un vero ordine tra i capitoli. Ovvio che molto di quello che lui ha visto è oggi datato ma questo è noto a priori. Diciamo che si trovano spunti molto interessanti su cose viste o da approfondire insieme ad altre alquanto noiosette. Il problema è che ogni tanto emerge tra le righe un commento politico ("presidente del consiglio clown tragico") o altre uscite da vero intellettuale radical chic ("fare vacanze intelligenti andando a Madrid d'estate a vedere il Prado") o ancora il classico viaggio in India. Interessante a volte, troppo da piedistallo altre. Meglio ricordare lo scrittore per i suoi libri (Requiem ad esempio).
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Un libro che diventa quasi una guida turistica. Tabucchi racconta i suoi bellissimi viaggi narrando i particolari e i luoghi più personali, dall'Italia all'Australia passando dall'India e dal Portogallo e molti altri posti. Sicuramente molto bello da leggere in particolare per un viaggiatore alla ricerca di qualche posto nuovo da visitare e assaporare.
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