Lontano dal "L'elogio dell'ozio" di Russell, il saggio è una serie di riflessioni sul significato dell'inazione, o non agire.La sosta meditativa per riappropriarsi di sé stessi fa parte della dialettica dell'esistenza, che non rifiuta la "vita activa" ma anzi la considera indispensabile per la stessa. Molte citazioni (nulla di originale) e ovviamente la maestria introspettiva di Byung Chul Han,ne consigliano la lettura.
Vita contemplativa o dell'inazione
In questo saggio l'autore ripercorre le ricchezze, lo splendore e la magia della non-attività e progetta un nuovo modo di vivere, una nuova vita contemplativa, in uno stimolante confronto con Vita activa di Hannah Arendt. L’inattività - secondo le parole del filosofo - non è una negazione, un rifiuto, una mera assenza di attività, ma una facoltà autonoma di comprensione e contemplazione del mondo.
«È il filosofo più famoso del mondo, e anche il più coerente.» - Leonardo Caffo, Sette – Corriere della Sera
«Han è un ottimo candidato a essere il filosofo della nostra epoca.» - Los Angeles Times
Il motore potente e implacabile della società contemporanea è il principio di prestazione. Oggi l’inazione, la contemplazione, l’ascolto sono considerati forme passive, debolezze, carenze: non sembrano avere alcun valore in un sistema che concepisce la vita esclusivamente in termini di lavoro e produzione. Eppure, secondo Byung-Chul Han l’inazione è una delle attitudini più preziose dell’esistenza: nella contemplazione, infatti, l’essere umano vive davvero – al di là della mera sopravvivenza, in cui ogni agire è mosso da stimoli e mirato all’appagamento dei propri bisogni, alla risoluzione di problemi determinati, al raggiungimento di obiettivi spesso eterodiretti. Solo il silenzio permette di tendere l’orecchio al mondo, e solo l’ascolto può condurre all’esperienza vera, alla comprensione profonda dell’essere. L’inazione, dunque, non è né negazione né semplice assenza d’azione, ma va intesa come ciò che “dà forma all’ambito dell’humanum”, rendendo genuinamente umano l’agire. In questo libro lucido e ispirato Han celebra le infinite potenzialità, l’incanto e la ricchezza del non agire e, in uno stimolante confronto con Vita activa di Hannah Arendt, progetta un nuovo modo di vivere: la vita contemplativa che la natura e la nostra società sull’orlo del collasso oggi chiedono a gran voce. Perché “il futuro dell’umanità”, scrive il filosofo, “non dipende dal potere di chi agisce, bensì dal rilancio della capacità contemplativa”.
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Autore:
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Anno edizione:2023
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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Sergio 12 gennaio 2025Meditativo
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A 03 gennaio 2025Un sospiro di sollievo
Permette di cogliere il valore dell’inazione e dell’atteggiamento contemplativo nei confronti dell’esistenza. Di grande ispirazione.
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Nuwanda 24 gennaio 2024viva la contemplazione
This is the first book I read from this autor. I enjoy his style, so eclectic and spontaneous. He hops from one citation to another, mixing (and maybe even changing the sense of a phrase without proper context) and linking old and new, east and west, all for telling us that freedom is achievable with happiness in a world where we contemplate nature, the universe and ourself for what the essence is: a cosmo. I'm eager to read more books he wrote in future. But now I will contemplate my wife's sleep
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