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Anno edizione: 1979
Anno edizione: 2022
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Non creda il lettore di trovare soltanto una rapida biografia di Ibsen in questa Vita, che qui compare per la prima volta in forma di libro. Vi troverà anche e soprattutto tutt’altro: una scintillante sequenza di divagazioni che hanno, al loro centro, un tema: la donna e il femminismo. In anni (è un testo del 1943) in cui non solo questi temi non erano attuali, ma molti sembravano addirittura averne dimenticato l’esistenza, Savinio li affronta con una lucidità, un’ironia, una chiaroveggenza che sono tutt’oggi sbalorditive. L’arte della biografia è davvero per lui un «gioco segreto», che gli permette incursioni imprevedibili, e spesso esilaranti, in tutte le direzioni. E anche nella direzione di se stesso. Così, dietro il profilo di Ibsen «il costruttore», disegnato con un sentimento insieme di complicità e di irriverenza (giungendo a una punta sublime là dove Savinio invita Ibsen a propugnare la causa della liberazione dei morti: «È ora di fare per i morti quello che tu hai fatto per la donna»), intravediamo quello di Savinio stesso, il quale finirà per confessarglisi: «Nello scrivere la tua vita non avevo l’impressione di scrivere una vita ma mi pareva di scrivere la mia propria». Questo spiega la quasi insolente intimità che Savinio dichiara di avere con Ibsen, e che dà un sapore così penetrante a queste pagine: «Che altro ti ho da dire, Enrico? Coloro che leggeranno questa tua vita scritta da me, diranno che della tua vita si dice ben poco e si fanno invece molte divagazioni. Perché non sanno. Non sanno che queste “divagazioni” sono invece le cose che tu stesso ti ripromettevi di dire quando la morte ti rapì, e ora finalmente hai potuto dire per mezzo mio».
Vita di Enrico Ibsen apparve per la prima volta a puntate sul periodico «Film» tra il maggio e il luglio 1943.
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