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Anno edizione: 2022
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Con l'inedito Dove tutto ebbe inizio, un testamento letterario.
In questo splendido romanzo autobiografico, Vitaliano Trevisan racconta gli anni Settanta schiacciati tra politica ed eroina, cui sembra essere sopravvissuto quasi per caso, la storia di un matrimonio e della sua fine, le contraddizioni del mondo della cultura e la sofferenza psichica, il percorso pieno di deragliamenti di un ragazzo destinato a fare lo scrittore.
«Non invecchia, "Works", né invecchierà, perché ha raccontato in modo definitivo il nostro mondo, il Veneto, la sua cultura.» – Giovanni Montanari, Corriere del Veneto
Perché trovo sempre un lavoro?, mi dicevo, Perché non mi lasciano andare alla deriva in pace? Diventare un barbone. Una delle possibilità che contemplavo. Che contemplo tuttora. Poi non ho coraggio. Mi viene in mente mio padre, il poliziotto Arturo, e la sua divisa, sempre impeccabile; e mio nonno, la dignità con cui indossava il suo vestito da festa. Assurdità che sempre mi ritornano. L’origine è un vestito che uno non smette mai.
Il lavoro come condanna e perdizione, il lavoro come cellula primordiale dell’organismo umano, il lavoro che marchia anima e corpo di un’intera vita. Con una scrittura originale come un classico pezzo di jazz, che ne ha fatto uno degli autori italiani piú importanti della sua generazione, in questo romanzo autobiografico Vitaliano Trevisan racconta il lavoro nel luogo in cui è una religione, il Nordest, dagli anni Settanta fino agli anni Zero. E attraverso questa lente scandaglia non solo le mutazioni del nostro Paese, ma la sua stessa vita: il fallimento dell’amore, i meccanismi di potere nascosti in qualunque relazione, la storia della propria e di ogni famiglia, che è sempre «una storia di soldi».
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Works parla di lavoro: lavoro cercato, lavoro che capita per caso, lavoro non portato a termine, lavoro abbandonato. In questo romanzo il lavoro è inteso come fatica e come modo per raggiungere una dimensione (forse) accettata dalla società. Un monologo di 600 pagine, una biografia irregolare. I piani della letteratura e quello della realtà si sovrappongono e si confondono. Dal marasma di lavori emergono i luoghi della provincia vicentina di quarant’anni fa; luoghi di una realtà che ha vissuto il boom economico. Works è un opera di valore a livello “storico” per quello che racconta sul lavoro e, a mio parere, necessita di “una certa maturità” e conoscenza dei luoghi per affrontarne la lettura…..non è un libro per tutti. ps: sono sempre i migliori quelli che se ne vanno e tu lo eri ( grazie!)
Chiunque in gioventù abbia approcciato il lavoro iniziando da piccoli impieghi malpagati aspirando a qualcosa di meglio non potrà non immedesimarsi in una delle tante fasi attraversate dal protagonista (l'autore). Una catena di cadute e di redenzioni senza fine, una morsa allo stomaco che si allenta ma non del tutto solo nel finale. Un libro ruvido, diretto, vero.
La vita dello scrittore e ancor prima geometra, manovale, gelataio, magazziniere, lattoniere; Vitaliano Trevisan, una storia lavorativa che prende il via all’alba dei suoi sedici anni e che s’ intreccerà con la vita privata dell’autore, il tutto unito alla scelta di inseguire il sogno di diventare scrittore e di sbarcare il lunario alla ricerca di un lavoro, qualunque esso sia. Cosa ci spinge a lavorare e a svolgere una certa professione ? Vitaliano Trevisan di Cavazzale, profondo nord-est o quasi, trova nell’acquisto di una bicicletta da uomo la sua prima risposta. A sedici anni viene invitato nella fabbrica di un amico di famiglia per guadagnarsi il denaro sufficiente per acquistare l’agognato mezzo, nel frattempo cullando il sogno di diventare scrittore alternando il tutto agli anni scolastici che si succedono tutti uguali e tutti inutilmente difficili, con un diploma da geometra arrivato contro ogni genere di voglia e contro le proprie naturali inclinazioni ma che potrebbe consentirgli, nell’operoso nord - est di cui sopra, di diventare ‘qualcuno’: costruttore, progettista in proprio o al massimo alle dipendenze di qualche architetto privo di scrupoli. Alla fine l’analisi lavorativa risulta fredda ma non certo distaccata, a ogni momento di desiderio di essere parte della macchina produttiva si alternano disillusioni nei confronti di colleghi, dei capi reparto e dei capi ufficio, aziende e società solcate dal desiderio di potere e denaro, il quale risulta essere la sola, o quasi, forma di appagamento. Alla fine alla risposta di perché si lavora ? Trevisan trova una sola risposta plausibile, ovvero per vivere decorosamente e nel suo caso anche per raccontare e raccontarsi. Al termine delle 515 pagine non c’è di certo una risposta univoca ma una serie di domande alle quali l’autore di volta in volta, in oltre trent’anni di carriera, trova le proprie risposte offrendo un bell’affresco della nostra società dei consumi, piena di ipocrisia, di desideri inappagati e spesso inappagabili, desideri indotti e ai quali volendo ci si può anche sottrarre, come per primo ha fatto lui.
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