Works - Vitaliano Trevisan - copertina
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Premio Sila '49 - Letteratura - 2016
Letteratura: Italia
Works
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Descrizione


La condanna tutta umana al lavoro inizia per Vitaliano Trevisan a quindici anni, quando una sera a cena chiede al padre una bicicletta nuova, da maschio, perché girare con quella della sorella maggiore significa essere preso in giro dai compagni. Per tutta risposta, il padre lo porta nell'officina di un amico che stampa lamiere per abbeveratoi da uccelli: "Cosí capisci da dove viene", gli dice, alludendo al denaro. Inizia per l'autore una "carriera" che è un succedersi di false partenze: dal manovale al costruttore di barche a vela, dal cameriere al geometra, dal disoccupato al gelataio in Germania, dal magazziniere al portiere di notte, fino allo spaccio di droga e al furto, "un commercio che obbedisce alle stesse fottute regole di mercato". Trevisan racconta gli anni Settanta schiacciati tra politica ed eroina, cui sembra essere sopravvissuto quasi per caso, la storia di un matrimonio e della sua fine, le contraddizioni del mondo della cultura - dove per ironia della sorte la frase piú ripetuta è "non ci sono soldi", la stessa che gli propinava il padre - e la sofferenza psichica, il percorso pieno di deragliamenti di un ragazzo destinato a fare lo scrittore.

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Dettagli

3 maggio 2016
656 p., Brossura
9788806208066

Valutazioni e recensioni

  • l_p
    Un imperdibile affresco autobiografico sul lavoro nell'Italia del Nord-Est dalla fine degli anni 70 in avanti

    Chiunque in gioventù abbia approcciato il lavoro iniziando da piccoli impieghi malpagati aspirando a qualcosa di meglio non potrà non immedesimarsi in una delle tante fasi attraversate dal protagonista (l'autore). Una catena di cadute e di redenzioni senza fine, una morsa allo stomaco che si allenta ma non del tutto solo nel finale. Un libro ruvido, diretto, vero.

  • Ciro Andreotti

    La vita dello scrittore e ancor prima geometra, manovale, gelataio, magazziniere, lattoniere; Vitaliano Trevisan, una storia lavorativa che prende il via all’alba dei suoi sedici anni e che s’ intreccerà con la vita privata dell’autore, il tutto unito alla scelta di inseguire il sogno di diventare scrittore e di sbarcare il lunario alla ricerca di un lavoro, qualunque esso sia. Cosa ci spinge a lavorare e a svolgere una certa professione ? Vitaliano Trevisan di Cavazzale, profondo nord-est o quasi, trova nell’acquisto di una bicicletta da uomo la sua prima risposta. A sedici anni viene invitato nella fabbrica di un amico di famiglia per guadagnarsi il denaro sufficiente per acquistare l’agognato mezzo, nel frattempo cullando il sogno di diventare scrittore alternando il tutto agli anni scolastici che si succedono tutti uguali e tutti inutilmente difficili, con un diploma da geometra arrivato contro ogni genere di voglia e contro le proprie naturali inclinazioni ma che potrebbe consentirgli, nell’operoso nord - est di cui sopra, di diventare ‘qualcuno’: costruttore, progettista in proprio o al massimo alle dipendenze di qualche architetto privo di scrupoli. Alla fine l’analisi lavorativa risulta fredda ma non certo distaccata, a ogni momento di desiderio di essere parte della macchina produttiva si alternano disillusioni nei confronti di colleghi, dei capi reparto e dei capi ufficio, aziende e società solcate dal desiderio di potere e denaro, il quale risulta essere la sola, o quasi, forma di appagamento. Alla fine alla risposta di perché si lavora ? Trevisan trova una sola risposta plausibile, ovvero per vivere decorosamente e nel suo caso anche per raccontare e raccontarsi. Al termine delle 515 pagine non c’è di certo una risposta univoca ma una serie di domande alle quali l’autore di volta in volta, in oltre trent’anni di carriera, trova le proprie risposte offrendo un bell’affresco della nostra società dei consumi, piena di ipocrisia, di desideri inappagati e spesso inappagabili, desideri indotti e ai quali volendo ci si può anche sottrarre, come per primo ha fatto lui.

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Foto di Vitaliano Trevisan

Vitaliano Trevisan

1960, Sandrigo (VI)

Vitaliano Trevisan, nato a Sandrigo in provincia di Vicenza nel 1960, è stato scrittore, sceneggiatore, attore, drammaturgo e regista teatrale.Per il cinema, è stato sceneggiatore e attore in Primo amore di Matteo Garrone e attore in Riparo di Marco Simon Puccioni.Per il teatro, Trevisan ha curato nel 2004 l'adattamento di Giulietta di Federico Fellini e ha scritto, tra gli altri, Il lavoro rende liberi, messo in scena nel 2005 da Toni Servillo, e i monologhi Oscillazioni e Solo RH, pubblicati da Einaudi nel volume Due monologhi (2009).Tra le sue opere: I quindicimila passi. Un resoconto (Einaudi 2002), Un mondo meraviglioso. Uno standard (Einaudi 2003), Il ponte. Un crollo (Einaudi 2007) e Una notte in Tunisia (Einaudi 2011) e Works (Einaudi 2016 e 2022).Trevisan è scomparso...

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