Canne al vento - Grazia Deledda - copertina
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Letteratura: Italia
Canne al vento
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Descrizione

«Le racconto un aneddoto: mi ricordo che quando ero bambino il libro preferito di mia madre era di Grazia Deledda.» - Amitav Ghosh, intervista di Giulia Mozzato per Wuz


Intorno a "Canne al vento" sopravvive un equivoco che è tempo di sciogliere. In genere, infatti, il titolo porta a insistere sul fatalismo che sarebbe proprio dell’arcaico universo sardo dipinto nel romanzo, umilmente rassegnato ad accettare ciò che riserva la sorte. Ma nella storia delle tre nobili sorelle Pintor, portate sull’orlo della rovina dal ritorno del debole e dissoluto nipote Giacinto, c’è ben di più e ben altro. C’è lo spettro di Lia, la quarta sorella fuggita in continente, che incombe sulla vicenda insieme a quello di don Zame, il patriarca morto in circostanze oscure. Ci sono le sinistre leggende di folletti e fate crudeli che animano gli sfondi selvaggi della Barbagia. C’è l’eterno conflitto fra istinti e convenzioni sociali, che esplode in passioni represse, al limite dell’incesto. Ci sono i sensi di colpa e il desiderio di espiazione, che conducono ai sacrifici più dolorosi. E poi c’è Efix, il servo di casa Pintor, che l’autrice con coraggio innalza a protagonista e motore della vicenda. Vecchio e malato, preda di visioni scatenate dalla malaria e rimorsi insostenibili, Efix non subisce passivamente i colpi del destino; anzi, si spende sino allo sfinimento per raddrizzare le sorti della famiglia Pintor, dimostrando una volontà indomabile che ha poco da invidiare a quella dei coevi superuomini dannunziani. Minuto eppure solenne, enigmatico e trasparente, il “viso olivastro duro come una maschera di bronzo”, Efix rimane uno dei più intensi e indimenticabili personaggi della narrativa italiana del Novecento.

Dettagli

8 ottobre 2024
240 p., Brossura
9788807904790

Valutazioni e recensioni

  • Pamela
    Evocativo

    Un romanzo di rara intensità e bellezza, che ho trovato profondamente interessante. La sua prosa evocativa e poetica è riuscita a trasportarmi in un mondo arcaico e suggestivo ma allo stesso tempo riesce a scavare nell'interiorità dei personaggi che è invece universale. Mi dispiace che Grazia Deledda non riceva sempre l'attenzione che meriterebbe.

  • Ely
    L'esterno che sconvolge

    Questa lettura mi ha lasciato dentro un senso di malinconia dolce e una riflessione amara sulla fragilità dell’essere umano di fronte al destino, così come lo sradicarsi lento ma inesorabile delle tradizioni. Canne al vento è un romanzo che affonda le sue radici nella Sardegna arcaica, quella dove la terra, la religione, la superstizione e l’onore si intrecciano, creando un tessuto fitto e resistente... almeno fino al primo vero colpo di vento. Il titolo, che è già un’immagine potentissima, è forse la metafora più centrata del romanzo: siamo tutti, alla fine, come canne che si piegano al soffio di un destino che non possiamo controllare. Così sono anche le sorelle Pintor, e soprattutto Efix, servo fedele e tormentato, che è forse la vera anima del romanzo. Un personaggio che cerca una qualche forma di redenzione, di riscatto morale per errori passati, e che porta sulle spalle un senso di colpa che lo consuma e al tempo stesso lo spinge a restare in piedi, anche quando tutto intorno a lui sembra sgretolarsi. Grazia Deledda ha una scrittura profondamente evocativa, antica e poetica, capace di far parlare la natura, le case, le rughe delle donne. Ma quello che più ho apprezzato è la capacità di raccontare il passaggio del tempo e dei valori, la lenta fine di un mondo patriarcale, chiuso, in cui le donne – pur relegate ai margini – resistono con dignità. Come se fossero proprio loro, alla fine, le uniche canne che non si spezzano. Una lettura che consiglio, soprattutto a chi è interessato a una letteratura che sa raccontare l’anima dei luoghi e delle persone senza mai forzarla, ma lasciandola emergere piano, come un dolore antico che continua a pulsare sottopelle.

  • Danibg
    Interessante

    Un romanzo semplice e scorrevole. Ci si immerge nella tradizioni e paesaggi della Sardegna; ambientazioni rurali fanno da cornice alla storia raccontata da Deledda.

Conosci l'autore

Foto di Grazia Deledda

Grazia Deledda

1871, Nuoro

Grazia Deledda è stata una scrittrice italiana, celebre per essere l'unica donna italiana a vincere il Premio Nobel per la Letteratura, conferitole nel 1926. Nata in una famiglia benestante in Sardegna, ricevette un'istruzione limitata, proseguendo da autodidatta e sviluppando presto una passione per la scrittura.Dopo un esordio come giornalista su delle riviste di moda, iniziò la sua carriera letteraria pubblicando racconti e romanzi ambientati nella sua terra natale, esplorando le tradizioni e i conflitti interiori di una Sardegna arcaica e pastorale. Tra le sue opere più celebri si annoverano Elias Portolu (1903), Cenere (1904), Canne al vento (1913), che le valse la candidatura al Nobel, e La madre (1920), apprezzata in particolare dallo scrittore inglese David Herbert...

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