La casa del giudice - Georges Simenon - copertina
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Letteratura: Belgio
La casa del giudice
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Descrizione


«Un attimo dopo l’inverosimile accadde. L’uomo era di nuovo lì, curvo su una lunga massa che trascinava nel fango.
«Doveva essere pesantissima. Fatti quattro metri si fermò a riprendere fiato. La porta di casa era rimasta aperta. Mancavano ancora venti o trenta metri al mare.
«“Ah...”.
«Intuirono quel gemito e lo sforzo di tutti i muscoli. La pioggia continuava a cadere. Aggrappata alla manica di Maigret, la mano del doganiere tremava in modo convulso.
«“Vede!...”.
«Eh sì! Era andata proprio come aveva detto la donna e come il doganiere aveva previsto. L’ometto era senz’altro il giudice Forlacroix. E quello che trascinava nel fango era certamente il corpo inerte di un uomo!».

Tropes e temi

Dettagli

Tascabile
8 luglio 1998
152 p.
La maison du juge
9788845913914

Valutazioni e recensioni

  • Particolare spessore umano rivelano le figure deboli della vicenda, gli “umiliati e offesi”: il vecchio giudice minuto, pacato e raffinato, col suo carico di gravosi segreti e il suo straziante amore per la figlia malata di mente; quest’ultima, schizofrenicamente divisa tra il pianoforte e una frotta di amanti occasionali; e la piccola cameriera disperatamente affamata di amore e di sicurezza. Ma la caratterizzazione più memorabile resta senz’altro quella dei due anziani coniugi Hulot (cognome davvero beneaugurante in fatto di personaggi, dalla Cousine Bette di Balzac ai film di Jacques Tati), l’ex doganiere e la moglie, che con le loro soffiate costituiscono gli autentici artefici di tutta l’indagine. Specialmente lei, la terribile “Didine”, con il suo fiuto di segugio e la sua simpaticissima malignità, è un classico esempio di quei caratteristi che rubano la scena ai protagonisti: fin dalla prima apparizione, alla seconda pagina del primo capitolo, rannicchiata sulla poltrona del commissariato col suo ombrello sgocciolante, ci si rende immediatamente conto di trovarsi davanti a uno dei più irresistibili tipi umani sfornati dall'inarrestabile macchina da scrivere del nostro romanziere.

  • Renzo Montagnoli

    Questo giallo è del tutto atipico e in questa peculiarità rivela l’attenzione di Simenon a cercare sempre qualche cosa di nuovo affinché un personaggio così amato come Maigret non venga a noia. Prima di tutto il celebre commissario non è più di stanza a Parigi, ma è stato relegato in un oscuro paese della Vandea perché caduto in disgrazia e senza che se ne sappiano i motivi. Lì soffocherebbe nella noia se non ricevesse la visita di una vecchietta tanto minuta quanto intraprendente e che gli accenna a un cadavere che da qualche giorno è disteso sul pavimento di una stanza del villino di un suo vicino, un giudice di pace in pensione. Ecco l’occasione per risvegliare dal torpore il commissario e fargli avviare un’indagine che, dopo le prime fasi piuttosto lente, diventa un susseguirsi di colpi di scena con un ritmo incalzante e crescente, quasi si trattasse di un lavoro scritto sull’onda delle note del celebre Bolero di Ravel. Una piccola comunità, dove tutti si conoscono o credono di conoscersi, una stagione che alterna sole a pioggia, la vita regolata dal movimento delle maree che si riflette sul lavoro dei mitilicultori, insomma una provincia francese non rurale, ma marittima e che Simenon descrive con la consueta sorprendente abilità. Maigret giganteggia su tutti, non solo per la sua mole, a tratti sembra il gatto che gioca con il topo, ma non c’è nessuna ferocia in lui, c’è quel senso di pietà che spesso lo caratterizza e che lo porta ad avere compassione nei confronti di certi assassini. La vicenda può apparire forse piuttosto intricata,ma il gomitolo si sbroglia progressivamente in itinere e la conclusione è come al solito logica e plausibile. Di sicuro la lettura di La casa del giudice consentirà di trascorrere in modo veramente piacevole alcune ore, il che non è poco; le indubbie qualità letterarie, inoltre, contribuiscono a rendere questo romanzo meritevole di attenzione.

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Foto di Georges Simenon

Georges Simenon

1903, Liegi (Belgio)

Georges Simenon è stato un romanziere francese di origine belga. La sua vastissima produzione (circa 500 romanzi) occupa un posto di primo piano nella narrativa europea, confermando il ruolo di Simenon, uno scrittore destinato a incidere sul suo tempo, a suggestionare molti altri autori, ad appassionare milioni di lettori.Grande importanza ha poi all'interno del genere poliziesco, grazie soprattutto al celebre personaggio del commissario Maigret. La tiratura complessiva delle sue opere, tradotte in oltre cinquanta lingue e pubblicate in più di quaranta paesi, supera i settecento milioni di copie. Secondo l'Index Translationum, un database curato dall'UNESCO, Georges Simenon è il quindicesimo autore più tradotto di sempre. Grande lettore fin da ragazzo in...

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