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Anno edizione: 2022
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«Io penso che dopo il passaggio di un amore infelice, o dopo un colpo da levare il fiato, uno dovrebbe semplicemente alzarsi ed essere fiero delle sue cicatrici. La ferita diventa una medaglia al coraggio, il nostro modo di gridare al mondo che abbiamo imparato a resistere.»
Il libro che vorrei consigliarvi è “La casa del tè” di Valerio Principess, Feltrinelli editore. Il protagonista è un ragazzo di nome Gabriel che quando perde la nonna viene affidato a una casa-famiglia nel quartiere Monti, a Roma, a due passi dal Colosseo, casa Retruveir, governata dalla signora Mishiko. In questa casa vivrà con altre tre ragazze, un ragazzo e un bambino di nome Leo. Ognuno di loro ha un passato che li ha segnati e che li porta ad affrontare il presente in maniera diversa, come ad esempio Amina, che è giunta dall’Africa con un lungo viaggio sempre in bilico tra la vita e la morte, o Damiano, detto Scar, che è stato picchiato dal padre quando era piccolo e che ora ruba ai figli di papà per dare cibo a un senzatetto di Colleocchio; o Chiara che è attratta dal cielo stellato ma non dall’amore, e Greta che non fa altro che stare con gli occhi sul cellulare. L’autore durante tutta la narrazione arricchisce il racconto con spiegazioni sull’origine delle parole e il loro significato, soprattutto straniere o di lingue semisconosciute e dimenticate, come ad esempio iktsuarpok, con cui gli inuit dell’Artico indicano l’irrequietezza nel controllare se qualcuno sta arrivando oltre l’orizzonte, o kakokaipù, che in finlandese indica la malinconia nel pensare a un luogo mai visto ma che sentiamo lo stesso vicino. Tutte parole poetiche che fanno anche riflettere. Lo consiglio a chiunque ami il mondo giapponese, perché grazie alla signora Mishika si pone l’accento e l’importanza di tanti loro rituali e modi di affrontare la vita, e soprattutto ai ragazzi dai 13 ai 14 anni che amano immedesimarsi nei personaggi, vivere le loro disavventure e sentire il loro dolore, per poi rinascere.Vi aspetto in Feltrinelli!
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Libro molto scorrevole e carino. Mi è piaciuto molto, lo consiglio
Sarà bello come il cognome dello scrittore? Acquistatelo e lo scoprirete.
Se l’etimologia delle parole racconta la storia, catalogare e custodire i significati nelle stanze della memoria, è un lavoro necessario alla costituzione dell’identità e all’affermazione del nostro posto nel mondo. Un romanzo denso e forte, pieno di vita e di vite, dove le dinamiche famigliari prescindono dal lignaggio, dalla consanguineità e da quella dipendenza emotiva che talvolta priva del diritto all’errore. I rapporti del gruppo familiare si nutrono di condivisione, di supporto e di compatimento; una grande casa dove s’intersecano le storie -drammatiche- di Gabriel, Greta, Chiara, Amina, Damiano e Leo, sotto la la regia emotiva della signora Michiko e di Bernard. Un racconto ricco di racconti, di saggezza e di “sapere”, la cui valenza educativo-pedagogica assurge allo scopo della salvezza.
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