In una cittadina e in un tempo imprecisati la popolazione viene improvvisamente colpita dalla cecità, definita "mal bianco" in quanto i ciechi affermano di vedere un biancore di latte. Solo la moglie di un oculista non perderà mai la vista. Il governo, per circoscrivere e impedire la diffusione del contagio, interna i primi ciechi in un manicomio. Ma qui, pian piano, soprattutto con l'arrivo dei "ciechi malvagi", verranno meno tutte le più elementari regole del vivere civile e del comune pudore, con gli uomini e le donne ridotti quasi allo stato animalesco. Bellissima metafora della cecità del cuore, prima ancora di quella degli occhi, "Cecità" è un romanzo sempre attuale e potente, che mostra l'incapacità degli uomini di riuscire a vedere al di là del proprio naso
Cecità
«L’angoscia, l’alienazione dei personaggi ci arrivano oggi ancora più autentiche, e riscoprendo un classico come Cecità non possiamo non creare parallelismi con il periodo che stiamo vivendo.» – Viola Patalano per Maremosso
«Non siamo diventati ciechi, secondo me lo siamo. Ciechi che, pur vedendo, non vedono.»
In un tempo e un luogo non precisati, all'improvviso l'intera popolazione diventa cieca per un'inspiegabile epidemia. Chi è colpito da questo male si trova come avvolto in una nube lattiginosa e non ci vede più. Le reazioni psicologiche degli anonimi protagonisti sono devastanti, con un'esplosione di terrore e violenza, e gli effetti di questa misteriosa patologia sulla convivenza sociale risulteranno drammatici. I primi colpiti dal male vengono infatti rinchiusi in un ex manicomio per la paura del contagio e l'insensibilità altrui, e qui si manifesta tutto l'orrore di cui l'uomo sa essere capace. Nel suo racconto fantastico, Saramago disegna la grande metafora di un'umanità bestiale e feroce, incapace di vedere e distinguere le cose su una base di razionalità, artefice di abbrutimento, violenza, degradazione. Ne deriva un romanzo di valenza universale sull'indifferenza e l'egoismo, sul potere e la sopraffazione, sulla guerra di tutti contro tutti, una dura denuncia del buio della ragione, con un catartico spiraglio di luce e salvezza.
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Anno edizione:2013
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Formato:Tascabile
Cecità
Vi ricordate quando da piccoli giocavamo al "facciamo che"? Facciamo che questa stanza in realtà è una casa stregata e noi siamo quattro investigatori che devono andare a chiappare i fantasmi... Ebbene è un espediente narrativo, un espediente letterario che si può declinare in contesti diversi e su livelli diversi. Infatti con tutto il rispetto che nutro per questo autore, uno fra i miei autori preferiti, un mostro sacro della letteratura Premio Nobel, come José Saramago, in "Cecità" come in altri dei suoi romanzi editi Feltrinelli editore, mette in scena la sua storia all'interno di una cornice che non è nient'altro che un enorme "Facciamo che". La sua storia, però, e il messaggio che passa attraverso i suoi racconti è talmente pregnante che nessun lettore si sognerebbe mai di mettersi a razionalizzare o a cercare di trovare una spiegazione. "Cecità" è la storia di un paesino in cui improvvisamente tutti i cittadini diventano ciechi, quindi è una storia di egoismo, di indifferenza, di discesa dell'umanità verso lo stato più bestiale e più primordiale di ricerca delle risorse, di mors tua vita mea. Ma nel buio dell'assenza della ragione e nel buio della cecità reale in cui si trovano le persone, c'è un barlume di speranza perché fra tutti una donna non è cieca.

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