Cristo si è fermato a Eboli

un libro molto scarno di avvenimenti che mostra sicuramente di più il mondo rurale meridionale rispetto al mondo dei confinati sotto il fascismo. probabilmente il carattere ripetitivo è anche voluto, poiché queste giornate di nulla rappresentano al meglio la "punizione" dei confinati, anche se mi aspettavo qualche riflessione in più. Riflessioni che arrivano solo nel finale e sono sicuramente la parte più interessante del libro.

Ho letto il romanzo nel giro di un paio di settimane. Il libro è molto particolare, quasi originale. È un racconto autobiografico e al tempo stesso un'opera di denuncia sociale. Carlo Levi, medico e pittore antifascista, viene mandato al confino in Lucania, qui viene a contatto con i contadini del luogo. Più che raccontare, l'autore descrive. È una descrizione lucida e terribile delle condizioni di vita di questa povera gente vittima dello Stato e della malaria. Lo stile di scrittura è magnetico. C'è un uso sapiente degli aggettivi: il vento e  il caldo lo senti. L'aridità dei luoghi ti soffoca. Terribili le pagine in cui la sorella dell'autore racconta la sua esperienza fra la gente dei sassi di Matera. Ne consiglio la lettura.

Quest’estate ho avuto la possibilità di andare ad Aliano, dove il libro è ambientato. Leggere le vicende storiche del paesino attraverso le parole di Carlo Levi è una lettura davvero emozionante. Consiglio a tutti.