Del teatro diurno e della sua costruzione. Opuscolo che fa seguito alle osservazioni sui difetti prodotti nei teatri dalla cattiva costruzione del palco scenico..

In 4 (cm 24 x 34), pp. (2) + 22 con primo frontespizio architettonico inciso all'acquaforte da Bramati su disegno di Landriani e 7 grandi tavole finali ripiegate incise all'acquaforte. Fioriture sparse alle pagine. Brossura editoriale. Edizione originale di questo saggio di Paolo Landriani, scenografo, architetto e trattatista milanese. Nel 1825 il Podesta' di Milano incarico' Landriani di compiere un adeguamento e di trasformare in teatro diurno il Salone dei Giardini pubblici di Porta Orientale a Milano. Landriani disegno' un teatro coperto presentato nelle 6 tavole finali illustrate ma aggiungendo anche l'opzione del teatro a cielo aperto nella settima tavola. L'A. spiega nel testo introduttivo che non venne scelta la consueta forma a ferro di cavallo, la forma piu' comune nei teatri all'italiana, per la difficolta' di decorazione di quella struttura, ma una forma "piu' simmetrica, piu' euritmica e piu' geometrica". L'architetto milanese appronto' in realta' due soluzioni: la prima, nel 1825-27, con una pianta a ferro di cavallo, la seconda fu invece un'innovativa pianta ad ellissi tronca, nel 1829, dove fece ricorso a piu' ordini di logge sostenute da colonnine rifacendosi al linguaggio bramantesco. Tuttavia il Consiglio comunale non approvo' il progetto e opto' in seguito per nuovi progetti.