La vicenda personale della poetessa-scrittrice, narrata e ricostruita in maniera accuratissima, è molto interessante e coinvolgente e appartiene a un contesto storico (i primi anni ‘60) carico di luci (economiche) e ombre (socio-culturali). Tuttavia lo stile utilizzato, seppur raffinato, si è dimostrato, per me, troppo pesante, spesso pomposo e ridondante, con una costruzione sovente più affine alla poesia che a un racconto. È per questo motivo che non sono riuscita ad apprezzare appieno quest’opera; la mia valutazione è 2/3 su 5. Leggerò comunque altro di questa autrice.
Dove non mi hai portata
Un romanzo intimo eppure pubblico, che racconta una scheggia di storia d'Italia e le vite interrotte delle donne. Un'indagine sentimentale che non lascia scampo a nessuno, neppure a chi legge.
È l'estate del 1965 quando Giuseppe e Lucia arrivano a Roma. Hanno con sé la figlia di otto mesi, sono innamorati, ma non riescono a liberarsi dall'inquietudine che prova chi è braccato. Lucia è fuggita da un marito violento che la umiliava ogni giorno, ma per la legge dell'epoca la donna si è macchiata di gravi reati: relazione adulterina e abbandono del tetto coniugale. Prima di scivolare nelle acque del Tevere in circostanze misteriose, la coppia lascia la bambina su un prato di Villa Borghese. Più di cinquant'anni dopo, Maria Grazia Calandrone si mette in viaggio per ricostruire cosa ha portato i suoi genitori a compiere quel gesto estremo. Torna nei luoghi in cui sua madre ha vissuto, sofferto, lavorato e amato. E indagando sul passato illumina di una luce nuova la sua vita.
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Autore:
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Anno edizione:2025
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Formato:Tascabile
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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PaolaS. 25 aprile 2025Troppo pesante e pomposo
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Enrico 18 marzo 2025Una indagine straziante
Libro insieme molto triste e molto lucido. Parte dagli albori di una tragedia per raccontare dettagliatamente ogni pensiero, movimento e scelta fatti. È un diario, una inquisizione precisa sia psicologica che fattuale. Nonostante la contrapposizione tra scrittura di cronaca e scrittura poetica sia certamente voluta, personalmente mi ha disorientato un poco. Ad ogni modo, i momenti in cui la poesia si esprime al massimo (soprattutto le parti in campagna) sono eccezionali.
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Elena 09 marzo 2025La prima
Chi era Maria Grazia Greco, bimba abbandonata a Roma, nei giardini di villa Borghese nel 1965, dalla giovane madre. Un fatto di cronaca che ha avuto risonanza nazionale. Oggi è la scrittrice Maria Grazia Calandrone. Una storia personale, ma anche la descrizione della struttura sociale di una parte di Italia, appartenente ad un passato recente. La storia di una donna, Lucia, madre biologica dell'autrice, della sua personalità forte, decisa a vivere secondo le sue emozioni, e il suo senso di giustizia e lealtà. Una scrittura poetica che descrive l'infanzia, l'adolescenza e l'età adulta di Lucia. Un'indagine personale per cercare di comprendere i motivi dell'abbandono. Il tentativo di comprendere il percorso emozionale che ha portato all’epilogo tragico della vita di Lucia e alla rinascita di Maria Grazia.
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