Questa saga aveva un potenziale enorme, ma è stata trascinata decisamente troppo a lungo: se fosse stata concepita come una trilogia, avrebbe avuto molto più senso e coerenza. Il primo grande scoglio è il worldbuilding: elemento che dovrebbe essere il pilastro di ogni fantasy, qui risulta confusionario o addirittura assente, con numerose entità introdotte senza alcuna spiegazione logica. L'esperienza di lettura è stata un progressivo declino. Il primo libro era iniziato bene; lo stile semplice dell'autrice rendeva piacevoli e scorrevoli anche le parti più lente. Tuttavia, il secondo volume ha deluso ogni aspettativa: oltre settecento pagine sostanzialmente inutili — riducibili a cinquanta — in cui la trama è ferma e i protagonisti passano il tempo a litigare. Il terzo migliora solo nelle ultime cento pagine, tanto che portare a termine il quarto mi è risultato impossibile. Anche i personaggi sono problematici, piatti e privi di reale evoluzione. Il tentativo di dipingere Poppy come un'eroina forte eliminando la sua emotività è fallimentare e sfocia spesso in frasi ridicole; sarebbe bastato mostrarne la maturazione e la crescita interiore, un po' come accade a Ophelia ne L'Attraversaspecchi. L'unico punto a favore resta la scrittura molto scorrevole, che permette di tollerare i lunghi vuoti di trama (motivo per cui, probabilmente, la saga riceve voti alti). Purtroppo, però, questo non basta a salvare dei dialoghi spesso imbarazzanti e un POV maschile, quello di Cas, davvero difficile da sopportare per quanto "cringe".
