libro molto carino e coinvolgente, lo consiglio
In altre parole
Questa è la storia di un colpo di fulmine, di un lungo corteggiamento, di una passione profonda: quella di una scrittrice per una lingua straniera. Jhumpa Lahiri è una giovane neolaureata quando visita per la prima volta Firenze; appena sente parlare l'italiano capisce che le è stranamente familiare, che le è necessario e deve apprenderlo. Non sa spiegarsi il perché di un simile, repentino bisogno, ma sa che farà di tutto per soddisfarlo. Dapprima prova a studiare l'italiano nella sua città, New York, con una serie di insegnanti private, ma non basta. Anche le brevi visite successive, a Mantova, Milano, Venezia, non la appagano: vuole immergersi completamente nella realtà della nuova lingua. Si trasferisce a Roma, con tutta la famiglia. E lì comincia la vera avventura, fatta di slanci, entusiasmo e insieme di difficoltà ed estraniamento. "In altre parole" è il primo libro che nasce direttamente in italiano da un'autrice di madrelingua bengalese che ha sempre parlato e scritto in inglese. È la testimonianza di un tenace percorso di scoperta e di apprendimento e di un obiettivo, raggiunto, di potenza e fluidità espressiva, ancora più preziosa perché conserva tra le righe l'eco affascinante di una distanza, quella che sempre ci separa dall'oggetto d'amore: la distanza impercettibile e infinita del desiderio. Tutti i capitoli che compongono il libro, tranne l'ultimo, sono stati precedentemente pubblicati, in una prima versione sotto forma di articoli, su "Internazionale".
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Autore:
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Edizione:15
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Anno edizione:2016
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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aly 09 gennaio 2025carino
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Paola 07 gennaio 2025Da leggere
avvicinata a lei grazie al mio percorso universitario, la letteratura della migrazione e post- coloniale hanno particolari caratteristiche e questo è uno di quelli, questo testo è dolce, coinvolgente, stupendo. consiglio vivamente, invita anche a riflettere.
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Ludovica_Costa 12 febbraio 2023La fruttuosa incertezza di un amore
“Leggo Gli indifferenti e La noia di Moravia. La luna e i falò di Pavese. Le poesie di Quasimodo, di Saba. Riesco a capire e al contempo non capire. Rinuncio alla perizia per sfidarmi. […] Ogni nuova costruzione sembra una meraviglia. Ogni parola sconosciuta, un gioiello.” Questo libro narra di una storia d’amore. Una storia che vede l’oggetto amato assurto ad essere tale in virtù della sua elezione da parte dell’amante. Proprio nella scelta – nella volontà che si estrinseca in azione – risiede la chiave di volta per capire il rapporto tra Jhumpa Lahiri e la l’italiano. Le parole della scrittrice trasudano amore per la lingua che, fra le tre che conosce, è quella che ha eletto a materia di studio, quella alla cui chiamata Lahiri si è sentita in dovere di contraccambiare con voce altrettanto sonora. L’italiano si configura come una terra inesplorata, entro i cui confini la scrittrice si muove, sentendo, tuttavia, che essi non potranno mai essere trascesi. Lahiri è di una sincerità cristallina nel dire quante e quali difficoltà si incontrano nel percorso verso l’oggetto amato; oggetto amato che si palesa e si cela, in un gioco in cui questo sembra eludere la mente proprio nel momento in cui, invece, esso appare più tangibile. Lahiri studia con assiduità e con passione; svolge un lavoro certosino, cesellando il suo testo pur senza infiorarlo – rimanendo, cioè, nella rispettosa sobrietà di chi ama pazientemente; e, in effetti, pur essendo il percorso di acquisizione della lingua irto di difficoltà, ella mostra una meravigliosa perseveranza pur quando l’italiano si erge come una fortezza inespugnabile. Per esperienza personale, penso che questo libro possa essere gustato ancor di più da chi sta studiando assiduamente una lingua ma percepisce un limite che pare impossibile travalicare. Ecco, questo libro è un inno alla perseveranza, alla maestà della lingua italiana e all’umiltà di un’eccellente scrittrice che si fa piccola per raggiungere un grande obiettivo.
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