Non avevo ancora letto nulla di Sacks. I suoi titoli mi attraevano ma non abbastanza da mettermici con impegno. Fino a 'In movimento', l'autobiografia. Psichiatra e neurologo; medico, motociclista e scrittore inglese trapiantato negli States dei ruggenti anni '60. Il racconto della sua vita mi è piaciuto, anche se indugia un po' troppo sui casi clinici, sui suoi libri e, da grafomane quale era, si dilunga in descrizioni medico-scientifiche che possono annoiare se non si ha uno specifico interesse in quella materia. Per il resto, una persona ricca di interessi, brillante, estrosa e dalla grande energia vitale, e comunque un cultore ed amante della scrittura: "L'atto di scrivere è, di per se stesso, sufficiente: serve a chiarire i miei pensieri e i miei sentimenti. E' parte integrante della mia vita mentale; le idee emergono e prendono forma nell'atto della scrittura."
In movimento
La autobiografia di Oliver Sacks: una rassegna di passioni, descritte con la lucidità dello scienziato, l'audacia dello psiconauta e con la schiettezza del diagnosta. Sarà un piacere per i lettori di Sacks sentirlo parlare di sé.
«I molti lettori dei libri di Oliver Sacks avranno sospettato che la personalità di questo anticonvenzionale, geniale investigatore di casi clinici dai risvolti affascinanti potesse essere altrettanto singolare. Uscita a poche settimane della morte dell’autore, questa biografia lo conferma, oltre a far apprezzare ancora una volta le sue doti di narratore vivace e scorrevole.» - Masolino D’Amico, TTL-La Stampa
«Da bambino desideravo con tutto me stesso movimento ed energia, libertà di muovermi e poteri sovrumani. Godevo fugacemente di queste cose quando sognavo di volare».
«Sono un uomo dal carattere veemente, con violenti entusiasmi ed estrema smoderatezza in tutte le mie passioni» scriveva Oliver Sacks in un articolo apparso il 19 febbraio 2015 sul «New York Times», nel quale annunciava, con brutale sobrietaà di soffrire di un male incurabile. È quindi inevitabile che In movimento, la sua autobiografia, sia innanzitutto una rassegna di passioni, descritte con la lucidità dello scienziato e l'audacia dello psiconauta, con la schiettezza del diagnosta e il gusto per la digressione di un dotto seicentesco. E sarà un piacere, per i lettori di Sacks, sentirlo parlare di sé: dell'ossessione per le moto e il sollevamento pesi, della dipendenza dalle amfetamine, del lacerante rapporto con il fratello schizofrenico e con la madre (il «più profondo e forse, in un certo senso, più vero della mia vita»), di quando disintegrò per l'ammirazione unita alla frustrazione un libro di Aleksandr Lurija, il fondatore della neuropsicologia e di quella «scienza romantica» a cui sarebbe sempre rimasto fedele. Alla fine, non si potrà evitare di riconoscere che Oliver Sacks è stato il più romanzesco di tutti i personaggi romanzeschi di cui ha scritto. Soprattutto, questo resoconto di studi e amicizie, legami sentimentali e debiti intellettuali, abitudini e fissazioni è un'ulteriore riprova che per Sacks il «delicato empirismo» di Goethe non era un semplice metodo di ricerca, ma uno stile di vita.
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Anno edizione:2015
In movimento
Oggi vorrei proporvi una splendida autobiografia, un'autobiografia in cui era chiusa una moltitudine di vite: quella di un bambino ebreo sfollato durante la Seconda Guerra Mondiale, quella di un motociclista in giro nell'Inghilterra degli anni '50, quella di un sollevatore di pesi nella California dei '60, quella di uno scrittore decisamente prolifico e quella del neurologo più famoso di tutti i tempi. Come fanno così tante vite a essere racchiuse in un'unica vita, in un'unica autobiografia? Be' è possibile solo se il soggetto in questione è Oliver Sacks, il celebre autore di "L'uomo che scambiò sua moglie per un cappello" e una delle menti più brillanti e più umane degli ultimi decenni. In questa autobiografia troverete non solo la vita pazzesca di Oliver Sacks, appunto, ma anche quelle di una miriade di personaggi della sua enorme famiglia sparsa in tutto il mondo, quella dei suoi pazienti, quella di scienziati, editori, compagni di allucinazioni, bikers, camionisti. Una vita davvero densa, libera, profonda, da gustare fino all'ultima goccia.

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MANUELA CAVALLARO 16 maggio 2018
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Non avevo ancora letto nulla di Sacks. I suoi titoli mi attraevano ma non abbastanza da mettermici con impegno. Fino a 'In movimento', l'autobiografia. Psichiatra e neurologo; medico, motociclista e scrittore inglese trapiantato negli States dei ruggenti anni '60. Il racconto della sua vita mi è piaciuto, anche se indugia un po' troppo sui casi clinici, sui suoi libri e, da grafomane quale era, si dilunga in descrizioni medico-scientifiche che possono annoiare se non si ha uno specifico interesse in quella materia. Per il resto, una persona ricca di interessi, brillante, estrosa e dalla grande energia vitale, e comunque un cultore ed amante della scrittura: "L'atto di scrivere è, di per se stesso, sufficiente: serve a chiarire i miei pensieri e i miei sentimenti. E' parte integrante della mia vita mentale; le idee emergono e prendono forma nell'atto della scrittura."
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MAURIZIO TRUBIA 03 marzo 2017
Quando uscì il libro sembrò che l'unica parte "essenziale" dello stesso fosse il suo "coming out" e in subordine l'uso di droghe. Il libro è molto di più di questo e i due argomenti sono alcune delle impalcature che sorreggono la narrazione. Si tratta del completamento del racconto iniziato con "Zio Tungsteno" ed è centrato su tutto il periodo post-adolescenziale, in particolare sul ventennio selvaggio di una persona molto lontana dagli stereotipi di uno studioso: lavoro tanto ma anche periodo di break altrettanto importanti. Tra gli elementi che spiccano è il suo scoprire l'amore per la scrittura e i veri e propri travagli che hanno accompagnato la stesura di alcuni suoi lavori. Paradossalmente solo dopo avere questo libro potrò rileggere tutti i suoi precedenti con occhi diversi e, se possibile, ancora più affascinati
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