(Boliqueime, Algarve, 1946) scrittrice portoghese. Ha sfruttato il repertorio della tradizione orale, i suoi miti e le sue simbologie sociali, per riflettere sull’identità culturale del Portogallo e sulla condizione femminile. Insegnante in Angola e Mozambico, ha riversato l’esperienza coloniale in La costa dei sussurri (A Costa dos Murmúrios, 1988). Ma più significativo è stato il romanzo d’esordio, che l’ha posta all’avanguardia nella narrativa contemporanea: Il giorno dei prodigi (O dia dos prodígios, 1980, nt), allegoria sull’arretratezza del Portogallo prerivoluzionario. Abbandonando a poco a poco la ricerca sperimentale e l’ambientazione spesso rurale (che si ritrova anche nel romanzo L’eredità dell’assente, O vale do paixao, 1998), ha poi adottato uno stile più realista, soprattutto in opere recenti come Il giardino senza limiti (O jardim sem limites, 1995, nt), ambientato nella Lisbona metropoli europea.