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Un uomo viene riconosciuto morto dalla moglie e dalla suocera nel cadavere di un suicida e, ricco per aver vinto al gioco una somma considerevole, può slanciarsi in una vita nuova, densa di suggestioni e di avvincenti prospettive e totalmente libera da fastidiosi legami. Mattia Pascal abbandona il suo vecchio nome e diventa Adriano Meis, ma le sorprese non mancheranno. Questa è la trama intrigante del capolavoro di Luigi Pirandello, monumento della letteratura italiana, pubblicato nel lontano 1904 ma che ancor oggi dimostra grande modernità e forte capacità di coinvolgimento dei lettori.
Un uomo viene riconosciuto morto dalla moglie e dalla suocera nel cadavere di un suicida e, ricco per aver vinto al gioco una somma considerevole, può slanciarsi in una vita nuova, densa di suggestioni e di avvincenti prospettive e totalmente libera da fastidiosi legami. Mattia Pascal abbandona il suo vecchio nome e diventa Adriano Meis, ma le sorprese non mancheranno. Questa è la trama intrigante del capolavoro di Luigi Pirandello, monumento della letteratura italiana, pubblicato nel lontano 1904 ma che ancor oggi dimostra grande modernità e forte capacità di coinvolgimento dei lettori.
Nell'esordio del romanzo, il protagonista afferma più volte: «Io mi chiamo Mattia Pascal». Questa frase serve al protagonista ad affermare se stesso e la sua identità, ma quando egli si rende conto che la certezza del suo nome non gli basta e tenta di andare alla ricerca del Mattia al di là della "forma" il protagonista si accorge di non essere nessuno. In questa conclusione si scorge il relativismo pirandelliano: come non si può dare un'interpretazione univoca della realtà, in quanto essa cambia da soggetto a soggetto, anche l'uomo si trasforma, ciascuno è "uno, nessuno e centomila". Ma essere centomila è come essere indeterminati e quindi nessuno. Il grottesco finale dunque è l'opposto dell'esordio. Nega assolutamente anche quella misera verità a cui il protagonista fa appello. Egli, colpevole di aver tentato di ottenere una vita più autentica e gratificante, è condannato ad essere quel fu Mattia Pascal che lui stesso aveva seppellito. In complesso il romanzo è stato molto interessante perché interessanti e soprattutto attuali sono i temi trattati. La conclusione a cui arriva è estremamente vera e quanto mai appartenente a questa società che infondo quasi costringe a portare una o a volte più maschere.
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