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Anno edizione: 2014
Anno edizione: 2009
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Il libro non è assolutamente all'altezza dello scrittore. Forse l'amore feticista per una sua amante, donna o città, poteva essere un'ottima scelta. Anche l'idea di fare un romanzo di racconti legati agli oggetti di quel feticismo era geniale. Ma l'idea non è stata realizzata adeguatamente. Totalmente noioso, ripetitivo. Il personaggio di Kemal è del tutto involuto e Pamuk si arrampica sugli specchi per portare avanti il suo romanzo. Pertanto dichiaro di abbandonare il libro sul treno Roma Palermo dopo averne letto solo un quarto, fino a pagina 162. 3 agosto 2017, ore 11 e 22
Vale la pena di leggere questo libro perlopiù perchè permette di riflettere su diversi aspetti della vita affettiva di una persona, in particolare dell'ossessione che si ha per la persona amata. Non so se in realtà sia possibile un'ossessione così profonda e così duratura come quella che colpisce il protagonista nei confronti dell'amata Fusun. Mi è sembrato un po' eccessivo in alcuni punti ma il fatto che sia scritto bene, in modo scorrevole e appassionante mi ha fatto dimenticare le mi perplessità. Voto: 7. PS. Per chi volesse leggerlo vi lascio una domanda: Secondo voi Kemal, il protagonista, è vittima della vicenda che viene narrata o carnefice?
Pagina dopo pagina si accentua il calvario amoroso del protagonista Kemal e insieme quello del lettore. Il museo dell' innocenza è un libro innegabilmente lungo, ma alla stesso tempo innegabilmente Pamuk non cede il passo ad un calo di intensità della sofferenza. Insieme a Kemal e Füsun percorriamo le strade della Instanbul borghese anni 70, sorprendendoci, attraverso la dettagliata descrizione dei luoghi e dei profumi, dello struggimento dettato da una passione proibita. La ricerca di Kemal di riesumare la metaforica salma della giovane studentessa, ormai donna, sfocia in un perverso e lacerante, in quanto infruttuoso, tentativo di vivere il passato e il futuro. Il presente dovrà cozzare con le volontà constrastanti di Füsun e con la incapacità di Kemal di ascoltare altro se non il suo ricordo e il suo volere.
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