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Anno edizione: 2016
Anno edizione: 2014
Anno edizione: 2021
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Continua la crescita dell'ormai quasi adulto fitz, tra gli intrighi della corte dei lungavista, alla ricerca delle sue origini e del suo cammino. Tra momenti avventurosi e periodi più riflessivi che sondano il carattere del protagonista l'autrice disegna una trama ben costruita e sfaccettata. La saga è molto bella, la consiglio non solo agli amanti del fantasy
Si tratta del secondo volume della saga dei Lungavista che fonda le proprie fortune sui personaggi ben ideati e su uno svolgimento narrativo, più che accattivante per ambientazioni. Anche se il romanzo si svolge principalmente alla corte dei Lungavista, il progetto narrativo assume una connotazione più ampia e dai risvolti complessi. Il tema dell’analisi politica e dell’equilibrio dei poteri diviene più sottile e sofisticato, seguendo parallelamente la maturazione del protagonista. Le molte domande, che la Hobb abilmente ci pone nel primo volume, trovano in parte risposta ne “l’assassino di corte”. La precisione con cui molti dei pezzi combaciano è mirabile e soddisfa anche il lettore esigente. La caratterizzazione dei personaggi è molto reale.
Continuano le gesta del protagonista Fitz, sempre più incentrate sugli aspetti della sua personalità legata alla capacità di comunicare con gli animali. Lo stile è intrigante e in grado di incuriosire il lettore alle vicende che si susseguono, anche se, a volte, lo svolgersi della storia prevalentemente tra le mura di corte può suscitare un sentimento quasi claustrofobico che rischia di annoiare chi cerca la pura azione. L'uso della magia è limitato al lato psicologico più che a quello pratico, sottraendo al romanzo, forse, quell'aspetto fantastico tipico del genere fantasy, ma che non ne fa risentire minimamente dal punto di vista di scorrevolezza e intensità.
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