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Anno edizione: 2017
Anno edizione: 2014
Anno edizione: 2021
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Ho vissuto con la consapevolezza che Il Viaggio dell'Assassino sarebbe stato Il Libro, Il Capolavoro, e invece ora mi ritrovo ad assegnargli solo un misero "buono"... normalmente non sarebbe poco, ma siccome stiamo parlando di QUESTO libro, mi piange il cuore. E' una sofferenza doverlo ammettere, ma l'ultimo volume della trilogia dei Lungavista non è stato per niente all'altezza dei precedenti. La storia narrata dall'intera saga è veramente bella, originale e appassionante. Mi ha trasmesso moltissime emozioni e mi son ritrovata fin troppe volte col fiato sospeso per l'ansia di ciò che stava capitando a Fitz. Tutti i co-protagonisti e i personaggi secondari sono perfettamente caratterizzati ed è impossibile non innamorarsi di Burrich, del Matto, di Umbra, del lupo Occhi-di-notte e di tanti altri! Il problema però è che la trama di questo libro in particolare non è stata così tanto fitta di avvenimenti da giustificare un tomo di 800 e passa pagine! Senza prendere in considerazione gli ultimi capitoli (che mi son sembrati una bruttissima caduta di stile!), mentre leggevo avevo la costante sensazione che la Hobb si fosse data parecchio da fare per allungare la minestra. Che peccato, dovrò riporre le mie speranze nella nuova trilogia dell'Uomo Ambrato...
Con la fine di questo libro si chiude la Trilogia (forse) dei Lungavista che vede Fitz, Bastardo di Corte, affrontare il viaggio che lo porterà verso il suo Re, dato per disperso. Un viaggio tra situazioni che rimetteranno in gioco la sua fede verso l'impresa ultima, e che lo porteranno a prendere coscienza del ruolo che il destino gli ha riservato, fatto di rinunce, sofferenze e 'sentieri' solitari in nome di un bene superiore. Per quanto lo stile di scrittura sia scorrevole, piacevole e senza cali eccessivi, l'autrice avrebbe potuto tagliare qualche centinaio di pagine, senza per questo perdere in intensità: le parti dove non succede nulla, se non riempire le giornate del protagonista, non sono, in fondo, funzionali alla storia che ha uno sviluppo abbastanza semplice; forse l’autrice, in questo modo, voleva farci avvicinare ulteriormente al modo di percepire di Fitz, ma ha avuto a disposizione i due libri precedenti per arrivare a noi. Mettendo da parte queste considerazioni, che non tolgono nulla alla validità dello scritto, c’è da confermare che il romanzo è in grado di tenere vivo l’interesse in tutti i punti della narrazione, grazie al naturale affetto che il nostro Bastardo è in grado di suscitare in chi legge. Questo ragazzo, insomma, ne passa di tutti i colori senza mai – veramente - perdersi d’animo, fino all’epilogo della vicenda, piacevolmente onirica, che riserva una sorpresa, tenuta nascosta nel corso della trilogia.
Per chi non conoscesse questa autrice: Robin Hobb è nata in California nel 1952, si è laureata in Comunicazioni all'Università di Denver, Colorado e attualmente vive fuori Seattle. Robin Hobb ha scritto altri libri sotto lo pseudonimo di Megan Lindholm, il suo reale nome è Margaret Alice Lindholm Ogden. la Triologia dei Lungavista è stata pubblicata in Italia da Fanucci e comprende: - L'Apprendista Assassino (1995. Pubblicato in Italia nel 2003) - L'Assassino di Corte (1996. Pubblicato in Italia nel 2004) - Il Viaggio dell'Assassino (1997. Pubblicato in Italia nel 2005) La triologia è ora disponibile anche in versione economica, sempre edita Fanucci (nella quale sono stati risolti diversi errori di traduzione). ********** PRIMO VOLUME ********** Un'umanità di servi e signori abita un mondo pervaso da una magia sottile e inquietante, fra intrighi di corte e minacce di misteriosi pirati in grado di manipolare le loro vittime privandole di ogni forma di raziocinio e sentimento. Tra questi pericoli si aggira il giovane Fitz, un "bastardo" di stirpe reale, la cui sola consolazione è un magico e tenero legame con gli animali. Accolto a corte, Fitz dovrà apprendere l'uso delle armi e le regole dell'etichetta, ma il suo destino è legato all'abilità di uccidere nell'ombra... Diventare un assassino vuol dire intraprendere un mestiere crudele e solitario, e soprattutto scoprire i propri poteri, lascito del sangue dei Lungavista... ********** SECONDO VOLUME ********** Il bastardo reale sta crescendo. Fitz ormai non è più un ragazzino inesperto: gli si legge in volto il sangue del padre. È sopravvissuto alla sua prima pericolosa missione come assassino del re eppure, sofferente e amareggiato, sogna di rompere la promessa fatta a re Sagace, rimanendo nel lontano Regno delle Montagne. Ma l'amore mai dimenticato per Molly e la visione di eventi tragici lo riconducono alla corte di Castelcervo, fra i mortali intrighi della famiglia reale dei Lungavista... ********** TERZO VOLUME ********** Si conclude con questo volume la trilogia dei Lungavista e Fitz affronta il suo destino: la sorte del Regno dei Sei ducati è nelle sue mani... così come quella del mondo intero. Il re Sagace è morto per mano del figlio Regal. Anche Fitz è morto, o almeno così credono i suoi amici e nemici. Ma con l'aiuto dei suoi alleati e dello Spirito riemerge dalla tomba, segnato da una profonda cicatrice che gli solca il corpo e l'animo. Il regno è vicino alla rovina: Regal ha saccheggiato la capitale per poi abbandonarla, mentre il legittimo erede, il principe Veritas, è perso nella sua folle ricerca, forse destinato a morire. Solo il ritorno di Veritas, o la successione che spetta di diritto a sua moglie, potrà salvare i Sei Ducati. Ma Fitz non resterà a guardare. -------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- la prima cosa che mi viene in mente al termine della lettura della triologia: "sorprendente come la Hobb abbia trasformato un personaggio con un potenziale clamoroso, in un raccattabastonate di prima classe!" ^^' ********** alla fine del primo libro è chiaro come le doti non proprio comuni di Fitz possano fare di lui l'assassino per eccellenza, e nonostante qualche spiacevole evento rimane la speranza che il Bastardo possa comunque diventare il fenomeno che ci si aspetta. il volume è incentrato soprattutto sulla formazione di Fitz, e nel frattempo vengono seminate le basi della trama e viene lasciato qua e la qualche indizio. con il secondo libro aumentano notevolmente i casini e le difficoltà, mentre di soluzioni e miglioramenti se ne vedono ben pochi, arrivando a chiedersi se sto povero sfigato di un assassino riuscirà in qualche modo a portarsi a casa la pelle... altro che fenomeno! il terzo volume porta all'estremo tutti i problemi per poi cominciare a dare soluzioni (diciamo che prima di potersi rialzare, si deve arrivare alla caduta col botto) e indirizzarsi verso la conclusione, rinnovando le speranze del lettore nei confronti del povero Fitz, per poi... leggete ^^' ********** considerando che la storia si sviluppa con tempi piuttosto lunghi (decenni) e la forte sensazione di "incompleto" che si ha alla fine del secondo volume, sono dell'idea che questa triologia debba assolutamente essere letta tutta in una volta o perlomeno senza lasciar trascorrere tempo in particolare fra il secondo ed il terzo volume. ********** il finale mi è piaciuto molto, anche se mi la fine del ruolo di Fitz mi ha lasciato un enorme dispiacere. Certamente questa conclusione scelta dalla Hobb, per quanto possa non piacere, le ha lasciato campo libero per ulteriori libri (e sappiamo che ci sono). Insomma la speranza del lettore di vedere ancora Fitz all'opera risorge. ********** Mi è piaciuto il riguardo che la Hobb ha avuto nei confronti della vita quotidiana della gente comune; riferimenti ed eventi che spostavano momentaneamente l'attenzione del lettore lontana dall'atmosfera di corte facendo ricordare che il vero protagonista non è realmente Fitz, bensì il regno (o meglio il mondo) stesso. La caratterizzazione del lupo che è un vero capolavoro. Una pecca che ho notato nello stile della Hobb è che troppo spesso lascia trasparire dettagli non proprio "sottili" che fanno subito intuire come andrà a finire una tal situazione, o che magari ti portano automaticamente a capire le prossime mosse del tal tizio... insomma, sotto certi aspetti è piuttosto prevedibile... anche se potrebbe essere tutto voluto per fare cadere l'attenzione su questi dettagli non fondamentali e al contempo far passare inosservati (o quasi) altri indizi maggiormente rilevanti. Non so... lo chiedo a lei la prima volta che la incrocio per strada. ;) -------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- ***** POST ORIGINALE AL SEGUENTE LINK: http://freeforumzone.leonardo.it/discussione.aspx?idd=4928903
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