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Anno edizione: 2021
Anno edizione: 2017
Anno edizione: 2014
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terzo volume della saga dei lungavista. questo romanzo è l'apice della prima trilogia firmata Robin hobb.
Appena finito questo viaggio nei Sei Ducati … che dire! Meraviglioso … non mi capitava da molto tempo di affrontare una lettura come questa … non un qualcosa di estremamente complicato o che trascende il mondo stesso del fantasy. Una lettura piacevole, che con la sua semplicità ha saputo rapirmi … sarà stata la lettura in prima persona, il fatto che da giocatore di ruolo apprezzo tantissimo la crescita del personaggio, come accade appunto a Fitz, che da pivello diventa uomo. Ritengo che i primi due siano leggermente superiori al terzo, che difatti secondo me è l’unico in cui la storia si appesantisce un po’ (nella seconda metà circa), per finire col botto (mi sarebbe piaciuto approfondire un po’ di più le cose che accadono negli ultimi capitoli) … Probabilmente accadrà con il seguito della saga. Ho trovato alcune analogie con romanzi di altri scrittori, più tra tutti con Il trono di Spade di George R. R. Martin. Ho apprezzato il “sistema magico” che introduce e le sue varie interpretazioni/usi. Sono veramente entusiasta per aver conosciuto questa saga ed aver affrontato questo viaggio. “La maggior parte delle prigioni ce le costruiamo da noi. Un uomo si costruisce anche la libertà.”
Ho vissuto con la consapevolezza che Il Viaggio dell'Assassino sarebbe stato Il Libro, Il Capolavoro, e invece ora mi ritrovo ad assegnargli solo un misero "buono"... normalmente non sarebbe poco, ma siccome stiamo parlando di QUESTO libro, mi piange il cuore. E' una sofferenza doverlo ammettere, ma l'ultimo volume della trilogia dei Lungavista non è stato per niente all'altezza dei precedenti. La storia narrata dall'intera saga è veramente bella, originale e appassionante. Mi ha trasmesso moltissime emozioni e mi son ritrovata fin troppe volte col fiato sospeso per l'ansia di ciò che stava capitando a Fitz. Tutti i co-protagonisti e i personaggi secondari sono perfettamente caratterizzati ed è impossibile non innamorarsi di Burrich, del Matto, di Umbra, del lupo Occhi-di-notte e di tanti altri! Il problema però è che la trama di questo libro in particolare non è stata così tanto fitta di avvenimenti da giustificare un tomo di 800 e passa pagine! Senza prendere in considerazione gli ultimi capitoli (che mi son sembrati una bruttissima caduta di stile!), mentre leggevo avevo la costante sensazione che la Hobb si fosse data parecchio da fare per allungare la minestra. Che peccato, dovrò riporre le mie speranze nella nuova trilogia dell'Uomo Ambrato...
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