Affetti familiari o potere dello Stato? Antigone e Creonte, rigidi nelle loro convinzioni e nei rispettivi ruoli sociali, innescano un meccanismo perverso che provoca non solo la reciproca rovina ma che trascina in un vortice luttuoso anche altri congiunti. Sofocle vive ad Atene nel V sec. a. C. e, oltre ad attingere al repertorio del mito di Eteocle, Polinice e alle altre vicende di Tebe, porta sulla scena la mentalità della sua epoca, che, secondo una certa chiave interpretativa, è maschilista ante litteram nel personaggio del despota e femminista ante litteram, nella figura della indomita protagonista. In questo estremismo dai risvolti patetici, in questo gioco di titanica contrapposizione di idee, solo il Coro mantiene un equilibrio commentando saggiamente i fatti e, con sano distacco, sopravvivendo ai drammi altrui. Antigone, l'eroina disposta al sacrificio estremo, diviene simbolo della lotta al totalitarismo, secondo una lettura politica e filosofica ampiamente diffusa dell'opera sofoclea. D'altra parte, se il suo immolarsi risulta inefficace, costituisce però un'occasione per riflettere sulla opportunità di un valido sistema democratico che, nella forma più compiuta, non si limiti alla libertà di parola, alla par condicio, allo sbandieramento dei diritti, ma si concretizzi nella mediazione, nel confronto costruttivo e nella risoluzione pacifica come alternativa alla distruzione.
Antigone. Testo originale a fronte
di Sofocle
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Descrizione
Se il Novecento, secolo della crisi dell'io individuale e delle certezze della metafisica, a partire da Freud, è stato il secolo di Edipo, l'Ottocento, secolo del primato romantico e idealistico della libertà prometeica dell'individuo, è stato quello di Antigone. Da Hegel a Kierkegaard, da Hölderlin a Schlegel, a Goethe, in molti si sono interrogati sull'atto di insubordinazione di Antigone. Il conflitto irriducibile tra le ragioni del privato, del legame di sangue, della coscienza del singolo davanti alle ragioni del pubblico, del contratto sociale, dell'autorità è stato declinato innumerevoli volte e con infinite sfumature come conflitto tra ragioni del divino e ragioni dell'umano, tra ragioni del maschile e ragioni del femminile (ovvero del paterno e del materno, della pólis e dell'óikos), tra le istanze tassonomiche del razionale e le istanze entropiche dell'irrazionale, tra vizi e virtù dell'Occidente e vizi e virtù dell'Oriente, tra natura e cultura e via elencando. (...). La sepoltura di Polinice fa di Antigone una madre e una sposa morta e/o mancata, ma una sposa e una madre nel mondo capovolto dell'Ade. Il mondo che sopravvive, quello di Creonte (e di Ismene), è il mondo di una truce normalità riconquistata, di una cupa pace che si fa sul capro espiatorio, il mondo del potere che si nutre del sangue dei giovani, delle donne, dei deboli, talora ipocritamente impotente." (Dall'Introduzione di Giovanni Greco)
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Recensioni
Totale delle Recensioni
Dettagli
- GenereClassici greci e latini
- Listino:€ 10,00
- Editore:Feltrinelli
- Collana:Universale economica i classici
- Data uscita:05/06/2013
- Pagine:160
- Formato:Tascabile
- Lingua:
- EAN:9788807900099