Narrazione corale di spiriti che popolano il limbo tra il mondo del vivo e quello dei morti. Con una scrittura lirica e frammentata, Saunders indaga il dolore, la speranza e la ricerca di redenzione, con un tocco surreale che conferisce al racconto una profondità emotiva e universale. Un'opera che, con sensibilità e ironia, affronta temi esistenziali e storici in modo innovativo. Lettura piacevole, profonda e consigliatissima.
Lincoln nel Bardo
Vincitore del Man Booker Prize 2017
Vincitore del Premio Gregor von Rezzori per la narrativa straniera 2018
Il primo romanzo dell'autore americano più acclamato.
"Ipnotico... dantesco... intenso come una ballata americana." - Publishers Weekly
"Nelle mani di Saunders, ciò che è quasi impossibile appare facile e naturale. Siamo fortunati ad avere uno scrittore come lui" - Jonathan Franzen
Febbraio 1862, la Guerra civile è iniziata da un anno, e il presidente degli Stati Uniti, Abraham Lincoln, è alle prese con ciò che sta assumendo tutti i contorni di una catastrofe. Nel frattempo Willie, il figlio prediletto di undici anni, si ammala gravemente e muore. Verrà sepolto a Washington, nel cimitero di Georgetown. A partire da questa scheggia di verità storica - i giornali dell'epoca raccontano che Lincoln si recò nella cripta e aprì la bara per abbracciare il figlio morto - Saunders mette in scena un inedito Aldilà romanzesco popolato di anime in stallo. Il Bardo del titolo, un riferimento al "Libro tibetano dei morti", allude al momento di passaggio in cui la coscienza è sospesa tra la morte e la prossima vita. È questo il limbo in cui si aggirano moltitudini di creature ancora troppo attaccate all'esistenza precedente, come Willie, che non riesce a separarsi dal padre, e il padre, che non riesce a separarsi dal figlio. Accompagnati da tre improbabili guide di ascendenza dantesca, assisteremo allo sconvolgimento prodotto nel mondo di queste anime perse dall'arrivo di Willie Lincoln, che è morto e non lo sa, e di suo padre, il presidente, che è come morto ma deve vivere per il bene del proprio paese. Sentiremo le voci - petulanti, nostalgiche, stizzose, accorate - degli spiriti e il controcanto della storia. Leggeremo nei pensieri di Lincoln e nella mente di suo figlio, uniti da un amore che trascende il dolore e il distacco fisico. Il romanzo si svolge in una sola notte, eppure abbraccia le epoche e arriva fino a noi, spaziando in un territorio dove tutto è possibile, dove la logica convive con l'assurdo, le vicende vere con quelle inventate, dove tragedia e farsa non sono due categorie distinte e separate ma un'unica realtà indifferenziata e contraddittoria, che proprio per questo appare spaventosa e viene negata. Come si può vivere, amare e compiere grandi imprese, sapendo che tutto finisce nel nulla? Probabilmente la risposta non esiste, ma Saunders affronta questo nucleo emotivo con tutta l'onestà e la partecipazione che può metterci uno scrittore alle prese con interrogativi così enormi.
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Anno edizione:2017
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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GregorS 11 gennaio 2025
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Il libro di George Saunders può dirsi una geniale rivisitazione dell' Antologia di Spoon River. Anche qui, i defunti che ricevono fra loro il figlioletto di Lincoln (scomparso appena undicenne) parlano della vita che si sono lasciati alle spalle, e dalla quale - forse - non si sono ancora staccati del tutto: per questo soggiornano, come il fanciullo appena arrivato, nel "Bardo", una sorta di limbo, di immaginaria "terra di mezzo", che li separa per il momento dalla definitiva destinazione oltremondana. Il romanzo dello scrittore statunitense è una sorta di articolatissima sinfonia corale, un lungo poema a più voci che occupa lo spazio di una sola notte, ma anche una sorta di concerto costituito da innumerevoli quanto opportune citazioni letterarie. Un libro molto bello ma non certo facile, poiché - come giustamente è scritto fra le note di quarta di copertina, rivoluziona non poco il concetto comune e tradizionale di romanzo.
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Nel mezzo della Guerra Civile Americana, il Presidente Lincoln vede morire il suo figlioletto di undici anni, Willie. Lo spirito di Willie, abbandonato il corpo, viene a trovarsi nel Bardo, cioè in quel luogo in cui, secondo il Buddismo tibetano, i trapassati sostano prima di poter rinascere. Lì il bambino incontra, inconsapevole del suo stato, tre spiriti guida (un omosessuale morto suicida, un tipografo morto accidentalmente prima di aver consumato il matrimonio, un reverendo in attesa del perdono per i suoi peccati) ed un corteo di altri spiriti disperati, afflitti, con la nostalgia di come erano prima e che di quel prima conservano solo i sentimenti ed i ricordi. Tante vite volate via sono ora tanti spiriti nel Bardo a cui giungono con sembianze deformate dal loro vissuto, ma pronti a riacquistare i veri connotati al momento del passaggio al livello superiore. Il Bardo è luogo di purificazione attraverso il totale distacco da ciò che si lascia. In questo potremmo leggere il significato simbolico dei tanti personaggi, che tante vite sono stati e di cui, come per contrappasso, presentano nell'attuale aspetto le caratteristiche fisiche o morali che li hanno contraddistinti: un marchio negativo della fisicità perduta. Sebbene il tema dominante sia la morte, la scelta di usare dialoghi anche interrotti, ridotti, a volte, ad uno scambio di brevi battute, conferisce vivacità e leggerezza al racconto, senza nulla togliere alla comprensione del testo. Ogni frase di uno, spesso, è l'incipit della frase di un altro: ciò dà ritmo a quel canto a più voci che si leva da ogni pagina. Di un romanzo così ricco di scene ed attori e dalla stesura che, in alcuni passaggi, lo fa sembrare una scrittura teatrale, si può apprezzare tutto: il tema, lo stile, il linguaggio (talvolta volutamente sgrammaticato o scurrile), i personaggi: comici, grotteschi, caricature di vizi e piccole manie, ma anche grandi, solenni, umani. Un'opera sorprendente, trascinante, divertente, toccante.
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