Luminal - Isabella Santacroce - copertina
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Letteratura: Italia
Luminal
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Descrizione

Culmine del buio-omega e manifesto di indipendenza artistica da qualunque modello, questo romanzo è il più spietato della trilogia «dell’incoscienza», di cui fanno parte Fluo e Destroy. Ma è proprio dal racconto delle esperienze più spaventose che emerge, senza freni né regole, il canto spiegato dell’anima. Se ne esce storditi, con la sensazione di aver visto «oltre».


Questa è la storia di Demon e Davi, diciottenni celestiali e perverse che vivono al contrario. Dormono di giorno e si svegliano di notte, come pipistrelli; lavorano in un night club di Zurigo e assumono il Luminal, potente e leggendario barbiturico con il quale, si dice, sia morta Marilyn Monroe. Sui loro corpi esili ed eterei, che pattinano flessuosamente per le strade gelate, c’è sempre la luna, «così appesa sopra un concerto di David Bowie», centro ipnotico e madre che le ha partorite lasciandole cadere dall’alto. Intorno a loro si muove uno stuolo di viziose creature, o forse un branco di «angeli maldestri». Denise e Paula, ma soprattutto Desdemona, entraîneuse dispotica che prima tenta di manipolarle e poi le costringe a scappare in autostop da una capitale all’altra dell’Europa – in un viaggio al termine reale della notte, in attesa di un’alba di morte che richiama i ventidue suicidi celebri cui il romanzo è dedicato. Quasi non c’è punteggiatura in questa fiaba oscura dell’anima, di cui il lettore subisce l’incantesimo e il clima gotico; e non c’è, come norma di scrittura, che una ritmica speciale da accogliere come una preghiera mariana, o come una canzone metal, da leggere senza chiedersi niente e dimenticandosi tutto. In questo congedo dal mondo della luce verso la rarefazione dell’immagine e della parola, Luminal supera la prova del tempo, ma soprattutto quella di uno spazio – letterario – che dal racconto iperplastico di una realtà violenta e ipermercificata sconfina nel sacro, nel tremendo.

Dettagli

16 maggio 2025
160 p., Brossura
9788842834533

Valutazioni e recensioni

  • Mi ritrovo dopo tanto tempo a rileggere questo libro comprato e letto voracemente durante il periodo della mia adolesenza. Mi ricordo che allora l'avevo considerato una sorta di bibbia del vivere e una sorta di codice per decifrare chissà quale arcano segreto del vivere. Capisco ora che ci sono testi che vanno letti in un certo periodo della nostra vita e che cambiano come cambiamo noi. Stesse parole, senso diverso. è mai possibile? Si, se il libro ha qualcosa da dire. Ovviamente però non mi ritrovo più in tutto quel mondo "maledetto" e "irriverente" della Santacroce e forse ad essere sinceri un pò mi dispiace. Chissà cosa troverò in questo testo se deciderò di rileggerlo tra altri 10 anni. Consigliato e da leggere tutto d'un fiato!

  • MARISTELLA KARAGHELIS

    Chi non apprezza la Santacroce spesso passa per bigotto e moralizzatore. Io non sono assolutamente così, anzi. Trovo che la Santacroce sia molto sopravvalutata e che questo libro sia veramente orrendo e spiego perché: intanto non c'è trama, i personaggi sono insulsi, non hanno ragione di esistere, per tutta la durata del libro non si capisce dove la "scrittrice" voglia andare a parare; una volta giunti alla fine (dopo molta noia) si può ben vedere che il libro non va a parare da nessuna parte ma si conclude in maniera scontata e ridicola. Ma ciò che veramente caratterizza Luminal sono lo stile pomposo, pseudo-lirico e pseudo-sperimentale e dei dialoghi stupidi, inconcludenti e deliranti. Il libro è composto da non-sense come "la luna è mia madre" e "leccatemi bastardi non talentuosi leccatemi" e "rock 'n roll" spesso ripetuti, e da orge e stupri neanche lontanamente erotici ma degni della pornografia più becera che tutti possiamo trovare su internet se vogliamo. Questo libro è una sfilza di parole e volgarità gratuite, infilate una dopo l'altra senza punteggiatura, dietro alle quali non c'è nulla. Questo libro è noia allo stato puro. A parte adolescenti dark-gothic perennemente arrapati non so a chi potrebbe piacere leggere una tale nefandezza.

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Foto di Isabella Santacroce

Isabella Santacroce

1970, Riccione

Isabella Santacroce, prima di diventare scrittrice, ha frequentato il Dams a Bologna e partecipato ad alcune mostre d’arte a Londra, Parigi, Tokyo e New York. Ha suonato per molti anni l’organo liturgico a Vienna tenendo diversi concerti. Ha esordito giovanissima, appena quindicenne, nella poesia, con alcuni scritti censurati in Italia. L’esordio letterario è a metà degli anni Novanta, con la pubblicazione di Fluo, primo libro della “Trilogia dello spavento”, cui seguirono Destroy e Luminal. Destroy in particolar modo è diventato un caso letterario in Italia e il nome della Santacroce è stato accostato al gruppo dei Giovani Cannibali. Assieme ad alcuni di essi, come Scarpa, Nove, Ammaniti, Brizzi, Ottoneri, Ragagnin, e con Tommaso Labranca...

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