Una serie di riflessioni sull'identità, il lavoro, l'anima dello scrittore. Non mi aspettavo opinioni brillanti o particolarmente originali (e non li ho trovate) ma almeno una scrittura lineare, non complessa e capace di intorbidire i concetti più semplici.
Il mestiere dello scrittore
Confidenze, dettagli biografici e ammissioni di passi falsi. Insomma: un libro pieno di umanità.
Come si impara a scrivere? Esistono dei veri e propri esercizi per l'aspirante romanziere? Cosa determina l'originalità di un libro? È giusto assegnare ai premi letterari tanta importanza? Uno scrittore dove «trova» i personaggi da mettere in scena? La scuola prepara davvero alla vita o serve solo a rendere i ragazzi conformisti? Qual è l'importanza della forma fisica per un romanziere? E soprattutto: per chi si scrive? Con «Il mestiere dello scrittore» Murakami Haruki compie un gesto straordinario e inaspettato: fa entrare i suoi lettori nell'intimità del suo laboratorio creativo, li fa accomodare al tavolo di lavoro e dispiega davanti a loro i segreti della sua scrittura. Sono «chiacchiere di bottega», confidenze, suggerimenti, che presto però si aprono a qualcosa di piú: una riflessione sull'immaginazione, sul tempo e l'identità, sul conflitto creativo tra forma e libertà. In questo senso «Il mestiere dello scrittore» è anche un'autentica autobiografia letteraria di uno degli autori più schivi del pianeta. È un libro pieno di curiosità e rivelazioni sul mondo di Murakami: dal fatto che la sua prima e più importante editor è la moglie, che legge tutto quello che scrive e di cui lui ascolta tutti i consigli; a quando riscrisse «Dance Dance Dance» due volte: la prima a Roma, in una stanza d'albergo confinante con una coppia un po' troppo focosa, la seconda a Londra quando si accorse che il dischetto su cui aveva salvato il file del romanzo si era cancellato - mesi dopo però, per le bizze a cui i computer ci hanno abituato, la prima versione rispunta fuori e Murakami deve ammettere che la seconda, che senza l'inghippo informatico non avrebbe mai scritto, è molto migliore della prima. Murakami regala ai suoi lettori un libro pieno di confidenze, dettagli biografici, ammissioni di passi falsi, insomma: di umanità.
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Anno edizione:2018
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Formato:Tascabile
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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Martina 07 aprile 2024
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Libri Senza Gloria - blog pop nerd 29 luglio 2023A ciascuno il suo stile
"Il mestiere dello scrittore" (Einaudi, 2017) raccoglie "chiacchiere di bottega": l'amatissimo Haruki Murakami apre ai lettori, con straordinaria intimità, il suo laboratorio creativo. Il parere molto personale di Murakami non veicola soltanto i segreti della sua scrittura ma anche confidenze, dettagli biografici e ammissione di passi falsi: esempi diretti della sua esperienza, condivisi con umiltà, e che però assumono valore universale (forse con un po' di sfacciataggine). Ammettiamo che il titolo può trarre in inganno, ma del resto mica si poteva pretendere una ricetta per diventare scrittori di successo... perciò potrebbe deludere il lettore che cercava "altro". Al netto delle sue particolarissime trame, ne "Il mestiere dello scrittore" ritorna lo stile semplice (a tratti lento) dei suoi romanzi: in un saggio del genere, soprattutto così pieno di umanità, la linearità diventa sicuramente un punto a favore, sebbene a volte si abbia come l'impressione di trovarsi di fronte a un collage di testi scritti in periodi diversi. Abbiamo a che fare con una visione soggettiva, puntellata di aneddoti autobiografici, sul lavoro del romanziere, e sul fatto che la formula cambia per ciascuna di noi: conclusione alla quale, in realtà, ogni scrittore arriva autonomamente. Non è poi detto che la sua visione debba essere condivisa da tutti. Con lui, semplicemente, ha funzionato!
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Vane 10 giugno 2022Bello
Nel pieno stile Murakami con il suo stile lento ma che ti tiene attaccato alle pagine, una dopo l'altra.
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