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Il ritorno in patria con tutte le emozioni che ne comporta, un incontro con tutte le differenze che porterà ad una crescita, nonostante una vita vissuta. Due ali politiche diverse che si scontrano ma viaggiano vicine per lo stesso sentiero di una città che li ha cullati. Il passato che li scava e un futuro di probabilità incerte. Lo scrittore con i dubbi ma idee ferree, il naziskin con ideali malleabili e tanta ferocia per le cose sbagliate ma in fondo un animo nobile. Bastano gli incontri giusti a cambiare un percorso? Ho amato ogni singolo dialogo, l'approccio dei due e il modo in cui si sono analizzati. Il finale completa il viaggio nel modo mistico che ha caratterizzato la narrazione. Storie vere? Storie inventate, taciute? Passeggiate solitarie o in compagnia di una figura con cui confrontare le proprie paure? Reale o finzione? Ti prende dalla prima pagina, aiuta tantissimo la scrittura diretta e colloquiale. Ho solo visto Nostalgia senza averlo letto e la base è la stessa, aspetto di vedere Caracas con le differenze tra pagine e pellicola.
"La dismissione" era stato una rivelazione, uno scrittore che entrava pesantemente nella realtà e nella nostra storia recentissima senza perdere l'idea del romanzo, con una scrittura di grande pregio. Questo libro si fa leggere, ma poi lascia sospesi. Non ci dice nulla di interessante, se non i rovelli interiori di Rea, che tuttavia non assumono a questione universale. Un peccato, perchè Rea scrive benissimo, dice e pensa cosa molto sensate, il personaggio del naziskin prometteva bene. Però il libro si perde. O forse in partenza non aveva precisa una meta cui approdare.
La storia di "alcune vite" raccontata benissimo. Un libro molto bello.
Recensioni
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