L'ultimo viaggio del più grande transatlantico dei suoi tempi, l'imponente Lusitania, colato a picco al largo delle coste irlandesi - a un passo ormai da Liverpool, la sua destinazione finale - da un siluro scagliato da un U-Boot tedesco nell'ambito della ancor più ampia catastrofe della 1a guerra mondiale, che fa da sfondo alla terribile vicenda. Un numero di vittime più o meno pari a quelle del Titanic, tre anni prima, considerando che moltissime erano donne e bambini, parenti di militari impegnati nel conflitto. Come nello stile che abbiamo imparato a conoscere e apprezzare di Larsson, la più precisa e documentata ricostruzione storica si fonde con uno stile narrativo che lo rendono interessante come un romanzo, mentre seguiamo in parallelo i movimenti del Lusitania e dell'U-20 e dei loro passeggeri ed equipaggi, mentre navigano nell'Atlantico verso il loro fatale incontro. Di fatto, una vicenda su cui per molti decenni è stato prodotto anche un notevole insabbiamento circa le responsabilità inglesi nel non contrastare adeguatamente gli U-boot: quelle 1.200 vittime hanno rappresentato, insieme alle molte altre su quelle acque in quegli anni, il tributo da pagare per spingere gli USA nel conflitto contro la Germania. Lo stesso Churchill, allora alla guida delle forze navali di S. M. fu certamente non incolpevole, in tale atti di cinismo.
Scia di morte. L'ultimo viaggio della Lusitania
È una splendida giornata di maggio del 1915, quando il Lusitania, il più grande transatlantico dell'epoca naviga al largo delle coste meridionali irlandesi. La nave, diretta a Liverpool, è salpata da New York a carico pieno, con duemila "anime" a bordo, incluso un numero inaspettato di bambini, e merci, bagagli e vettovaglie varie. Le acque del mare d'Irlanda sono state dichiarate "zona di guerra" dalla Germania, ma a bordo del Lusitania i passeggeri e il comandante William Thomas Turner si curano poco della dichiarazione e dell'avviso, pubblicato sui giornali newyorchesi dall'ambasciata tedesca a Washington, in cui si rammenta agli equipaggi che le navi dirette in quelle acque, battenti bandiera britannica o di uno qualsiasi dei paesi suoi alleati, sono "passibili di affondamento". Sono circa le due e dieci quando, a sedici ore di navigazione da Liverpool, Leslie "Gertie" Mortori, marinaio di diciotto anni, scorge a dritta sull'acqua un grosso spruzzo di spuma, una specie di gigantesca bolla che erutta in superficie. Qualche istante dopo lo spruzzo diventa una scia che rimane a galla, come un lunga cicatrice pallida. Sepolta sotto i dettagli ingarbugliati, Erik Larson scopre "una gran bella storia" e la narra con ritmo romanzesco, basandosi però rigorosamente su memorie, lettere, telegrammi e altri documenti storici.
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Autore:
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Collana:
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Anno edizione:2017
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Formato:Tascabile
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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Cerchi di fuoco 26 aprile 2022Da leggere. Una ricostruzione storica avvincente come un romanzo
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violinoviola 02 febbraio 2022
Interessantissima ricostruzione della vicenda del Lusitania, raccontata fin nei minimi dettagli
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Cristiana Elisa Bottego 26 novembre 2018
Basato sui fatti storici ripercorre in modo romanzato la tragedia del Lusitania. Lo fa con un piglio piacevole e coinvolgente. Sicuramente lo regalo a qualche amico
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