Costanza Macallè ha ventinove anni, una laurea in Medicina che vorrebbe utilizzare davvero, magari oltremanica grazie all’iscrizione all’ordine dei medici a Londra, e ha appena vinto un bando di ricerca di un anno nell’Istituto di Paleopatologia di Verona. Vinto, in realtà, è un parolone, diciamo che è arrivata seconda su due e la prima classificata ha declinato l’offerta. Con queste premesse Costanza è costretta a lasciare la sua amata Messina e raggiunge sua sorella Antonietta a Verona. Ma non è sola: con lei c’è Flora, la sua bambina quasi treenne iperattiva e dolcissima, patita di macchinine e centro del suo mondo. E riapparirà anche il padre di Flora a scombinare ulteriormente le carte.
La paleopatologia “è un po’ come la medicina applicata all’archeologia, si studiano le malattie del passato a partire dai resti umani. Mummie, roba così”. Il lavoro che Costanza vede come temporaneo, in attesa di ricevere una posizione migliore a Londra, si rivelerà presto più interessante del previsto.