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Anno edizione: 2018
Anno edizione: 2014
Anno edizione: 2018
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La trilogia del ritorno si compone di: “L’amico ritrovato”, “Un’anima non vile” e “Niente resurrezioni, per favore”. Un ritorno, atteso e inatteso, felice e drammatico, permanente o fugace. L’amico ritrovato ci ha lasciato con una partenza forzata e una scoperta che definirei dolce e amara allo stesso tempo. Un’anima non vile rappresenta il ritorno a gamba tesa di quell’amicizia che gli eventi avevano cercato di distruggere. Il racconto di Konradin von Hohenfels esplora i sentimenti profondi che nutriva per l’amico Hans Schwarz. Nei giorni precedenti alla sua condanna a morte, Konradin sente il bisogno di spogliarsi e raccontarsi in una lettera indirizzata all’amico. Un bisogno impellente di chiedere scusa, di riempire, con la sua versione dei fatti, ogni interrogativo che il suo caro Hans potesse avere. Riscatto, senza autocommiserazione, è ciò che il conte cerca in quest’ultima lettera. Pura e semplice accettazione degli errori commessi in un quadro molto più ampio di lui. La devozione, che era passata dall’amico ad Hitler, torna all’amico. Ritorna. Come nell’amico ritrovato si continua a provare un affetto intimo e disarmante verso un’anima non più vile. “Niente resurrezioni, per favore” ci racconta sempre di un ritorno o, meglio, di un breve rientro nella città di Stoccarda, di Simon Elsas. Diversamente dai titoli precedenti, la componente storica e antisemita non è mitigata da una trama secondaria. Elsas scappò dalla Germania nazista per andare negli Stati Uniti ed ora, dopo molto tempo, ritorna in visita. La Stoccarda post-bellica sta rinascendo dalle sue ceneri, ma ciò che colpisce il protagonista non è l'opulenza tedesca. Nei silenzi e nelle parole spese da Simon Elsas nei due giorni della sua permanenza, Fred Uhlman ci presenta l’essere umano in tutte le sue sfumature e contraddizioni. In netta antitesi con un’anima non vile, qui troviamo disimpegno morale, classismo e omertà inscritti in una cornice malinconica e sofferente.
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