La trilogia del ritorno si compone di: “L’amico ritrovato”, “Un’anima non vile” e “Niente resurrezioni, per favore”. Un ritorno, atteso e inatteso, felice e drammatico, permanente o fugace. L’amico ritrovato ci ha lasciato con una partenza forzata e una scoperta che definirei dolce e amara allo stesso tempo. Un’anima non vile rappresenta il ritorno a gamba tesa di quell’amicizia che gli eventi avevano cercato di distruggere. Il racconto di Konradin von Hohenfels esplora i sentimenti profondi che nutriva per l’amico Hans Schwarz. Nei giorni precedenti alla sua condanna a morte, Konradin sente il bisogno di spogliarsi e raccontarsi in una lettera indirizzata all’amico. Un bisogno impellente di chiedere scusa, di riempire, con la sua versione dei fatti, ogni interrogativo che il suo caro Hans potesse avere. Riscatto, senza autocommiserazione, è ciò che il conte cerca in quest’ultima lettera. Pura e semplice accettazione degli errori commessi in un quadro molto più ampio di lui. La devozione, che era passata dall’amico ad Hitler, torna all’amico. Ritorna. Come nell’amico ritrovato si continua a provare un affetto intimo e disarmante verso un’anima non più vile. “Niente resurrezioni, per favore” ci racconta sempre di un ritorno o, meglio, di un breve rientro nella città di Stoccarda, di Simon Elsas. Diversamente dai titoli precedenti, la componente storica e antisemita non è mitigata da una trama secondaria. Elsas scappò dalla Germania nazista per andare negli Stati Uniti ed ora, dopo molto tempo, ritorna in visita. La Stoccarda post-bellica sta rinascendo dalle sue ceneri, ma ciò che colpisce il protagonista non è l'opulenza tedesca. Nei silenzi e nelle parole spese da Simon Elsas nei due giorni della sua permanenza, Fred Uhlman ci presenta l’essere umano in tutte le sue sfumature e contraddizioni. In netta antitesi con un’anima non vile, qui troviamo disimpegno morale, classismo e omertà inscritti in una cornice malinconica e sofferente.
Trilogia del ritorno: L'amico ritrovato-Un'anima non vile-Niente resurrezioni, per favore
Fred Uhlman detta la condanna di una delle pagine più agghiaccianti della nostra storia, riuscendo a trarre una musica semplice e malinconica dalla tragedia di un'intera civiltà.
Questo libro nasce dalla vicenda di chi, innamorato della Germania e della sua cultura, se ne vide nel 1933 improvvisamente allontanato in nome di una motivazione aberrante come quella razziale. In "L'amico ritrovato" questa lacerazione coincide con la fine di un'amicizia fiorita al liceo di Stoccarda tra l'ebreo Hans Schwarz, figlio di ricchi borghesi, e il nobile Konradin von Hohenfels. Il legame, travolto dal nazismo, sembra sfociare nel tradimento finché, trent'anni dopo, non arriverà la smentita imprevista e commovente, che offre lo spunto per il secondo romanzo della raccolta, "Un'anima non vile". Ma per Uhlman quanto è avvenuto non può essere archiviato nel segno consolatorio del ricordo giovanile e proprio per questo la chiave dell'intera trilogia si trova in "Niente resurrezioni, per favore", nel confronto, nella Germania opulenta del dopoguerra, fra l'ebreo emigrato Simon Elsas e i suoi vecchi compagni di scuola, che suggellerà la reciproca incomprensione.
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Edizione:11
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Anno edizione:2018
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Ithring 05 gennaio 2024Recensire il proprio libro preferito è cosa complessa pt.2
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