Aminta - Torquato Tasso - copertina
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Letteratura: Italia
Aminta
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Descrizione


Messa in scena per la prima volta nel 1573 per la corte ferrarese degli Estensi, la "favola boscareccia" di Torquato Tasso racconta la storia d'amore tra il pastore Aminta e la ninfa Silvia, tra fughe ed equivoci che prendono forma in un mondo pastorale mitico ma cosparso di riferimenti a signori e letterati del Cinquecento italiano. Protagonista di un immediato successo in Italia e in Europa, l'opera viene qui presentata in una nuova edizione commentata a cura di Marco Corradini, che nell'analisi introduttiva svela le tensioni nascoste sotto la superficie armoniosa del verso ed esamina la profonda influenza dell'"Aminta" sulla poesia e il teatro rinascimentali. Al punto che la favola fu "elevata subito a modello" e impresse così "un corso inedito allo svolgimento del genere drammatico pastorale".

Dettagli

Tascabile
3 settembre 2015
V-230 p., Brossura
9788817080880

Valutazioni e recensioni

  • MarioM35
    Torquato Tasso

    Torquato Tasso (1544-1595). Nato a Sorrento, studia dalle suore, la mamma muore giovane e Tasso rimane a Salerno. Nel 1561 si iscrive a giurisprudenza per poi lasciarla ed iscriversi a studi umanistici. Inizia a frequentare circoli culturali. Nel 1563 si trasferisce a Padova e nel 1572 viene assunto e stipendiato dal duca Alfonso d'Este, con il quale Tasso instaura un rapporto di affetto e stima reciproca. Il duca gli commissiona l'Aminta. Gli anni a Ferrara, sono gli anni d'oro per il poeta, scrittore, drammaturgo e filosofo. Quest'ultimo si definisce "forestiero napoletano". In Tasso vi persiste dunque, la meridionalità tanto amata da Leopardi. Diviene poeta di corte, questa "carica" gli viene insignita dal duca Alfonso d'Este. Inoltre Carducci pensa che Tasso sia un portento, proprio grazie all'Aminta. L'Aminta è un romanzo, una favola pastorale, che racconta di questo amore combattuto, con dei tratti di comicità, per la ninfa Silvia. Se consideriamo che con il poeta di corte ci troviamo nel '500, possiamo dire che il linguaggio è semplice, fluido. La prima stesura dell' Aminta risale infatti al 1573.

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Foto di Torquato Tasso

Torquato Tasso

1544, Sorrento

Tra i maggiori poeti italiani del Cinquecento, nelle sue opere appaiono già rappresentate le aspirazioni e le contraddizioni dell'uomo moderno. Dopo la composizione della favola pastorale Aminta (1573), in cui riprese i motivi sentimentali e idillici della tradizione bucolica classica, Tasso rinnovò il poema cavalleresco con la Gerusalemme liberata (ultimata nel 1575), rielaborazione di un evento storico in cui l'autore inserì temi diversi per presentare la visione di un mondo pieno di conflitti e di contraddizioni, nel quale lottano da una parte le potenze angeliche e il senso cristiano del meraviglioso, dall'altra le potenze infernali e la magia diabolica. Tasso dedicò gli ultimi anni di vita alla riscrittura delle sue opere e alla composizione di nuovi testi...

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