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Un classico sicuramente da leggere almeno una volta
"Bisogna vedere in azione davanti ai propri occhi queste sostanze all'apparenza inerti, e tuttavia intimamente sempre disposte, ed osservare con partecipazione il loro cercarsi, attirarsi, assorbirsi, distruggersi, divorarsi, consumarsi, e poi il loro riemergere dalla più intima congiunzione in forma mutata, nuova, inattesa: allora si che si deve attribuire loro un vivere eterno, anzi, addirittura intelletto e ragione, dal momento che i nostri sensi appaiono appena sufficienti ad osservarli e la nostra ragione a stento capace di interpretarli." Con questa lunghissima locuzione, Goethe spiega cosa sono davvero le affinità elettive, un processo chimico mediante il quale delle sostanze alcaloidi si scindono per accoppiarsi ad altre e formare una nuove soluzione. Nella trasposizione dei sentimenti, è la scissione di una coppia (Charlotte ed Eduard) apparentemente perfetta per l'intervento di un'altra coppia (Otto e Ottaline). Uno scambio quindi, un pensiero scandalosamente precoce sull'indissolubilità del vincolo matrimoniale ("La durata ottimale di un matrimonio è di 5 anni"). Più che un Goethe romantico, qui troviamo, almeno nella prima parte del romanzo, un Goethe cinico. A tratti irriverente, persino ironico nel prendere nota degli usi e costumi della società. Nel finale, tuttavia, ritorna la vena "romantica" addirittura tragica più simile al Werther. Un classico, insomma, da indagare più che da leggere per comprendere una stagione epocale della storia della letteratura.
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