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Anno edizione: 2019
Anno edizione:
Anno edizione: 2022
Romanzo vincitore del Premio Campiello 2019
La musica più pura, il più efferato dei delitti, in un gioco di specchi potente e sottilissimo.mi aveva attirato il titolo...scritto bene, il contesto storico è ben definito...quello che non mi ha convinto è la storia in se.....secondo me poteva essere sviluppata meglio....mi ha un po annoiato soprattutto nella parte finale...
E' un romanzo dal sapore "antico" e originale nella trama, che racconta di un manoscritto - la "cronaca" della vita del Principe Carlo Gesualdo da Venosa - casualmente acquistato dal musicista Igor Stravinsky. Ci si muove alternativamente nel 1900 e tra il 1500 e il 1600, tra madrigali e composizioni poetiche, teatri e mistero, in un'ambientazione prevalentemente secentesca e "gotica" (così viene definita la "cronaca" da Stravinsky). Filo conduttore del romanzo è l'inquietudine dell'artista Carlo Gesualdo, che lotta tra il bene e il male, tra l'amore per Maria e l'odio riversato nell'efferato delitto d'onore. Vi è in lui una continua ricerca di suoni innovativi, una perenne insoddisfazione, una invidia per Torquato Tasso, la cui arte poetica è frutto di sofferenza, nell'idea che l'arte si esprima ai massimi livelli solo nel dolore. Si racconta di eventi storici e spesso fantastici, attraverso le descrizioni del servo Gioachino, personaggio surreale la cui natura sfugge al lettore fino alla fine. E ci sono anche streghe e stregonerie, medicamenti e pozioni d'amore, castelli, prigioni sotterranee e immagini disumane che lasciano attonite per la dovizia dei particolari cruenti con cui vengono narrate. Il genio e la follia di Carlo Gesualdo culminano in una musica che fa sanguinare le mani e che porta alla morte attraverso un madrigale senza suono. Senza dubbio Tarabbia ha scritto un romanzo erudito e di livello, eppure sembra mancare di qualcosa, forse paradossalmente proprio di quella emotività che pur dovrebbe caratterizzarlo.
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