In 24 (cm 7,5 x 13,5), pp. 118 + (2). Timbro di possesso al frontespizio. Alone scuro al margine esterno delle pp. 55-56-57-58 con perdita di un picolo le pp. lo lembo di carta bianco al foglio con le pagine 57 e 58. Lieve gora al margine superiore centrale delle prime pagine. Cartonatura muta coeva. Edizione del primo Settecento di questo testo, edito in edizione originale a Parigi nel 1637, sulle usanze e i riti della religione ebraica. L'operetta fu ristampata piu' volte e tradotta in diverse lingue. Si tratta di uno dei primi e rari esempi nell'ancien regime di opera di un autore ebreo composta per far conoscere la religione e l'ortoprassi ebraica al pubblico cristiano, scritta verso il 1616-1617 su richiesta di sir Henry Wotton, ambasciatore d'Inghilterra a Venezia, per farne dono al re d'Inghilterra. Modena presenta l'ebraismo ai cristiani con chiarezza e serenita' di giudizio, evitando i toni apologetici: "Ho inteso di referire e non di persuadere", scrive nel proemio. La stessa obiettivita' gli permette di guardare i suoi correligionari con sereno rigore, li difende dalle calunniose insinuazioni di operare frodi ai danni dei cristiani, negando che vi sia alcuna prescrizione della legge scritta o dei rabbini al riguardo e sostenendo che ogni inganno "e' difetto di quel particolare che e' di mala qualita'". Il rabbino Leone da Modena nacque a Venezia nel 1571 da una famiglia di origine ferrarese rifugiatasi temporaneamente nella citta' lagunare a causa di un terremoto. Dopo qualche tempo passato nel ghetto, la famiglia torno' a Ferrara. Leone fu precocissimo. A due anni e mezzo gia' leggeva l'Haftarah, a tre pare fosse gia' in grado di tradurre dall'ebraico in italiano alcuni semplici passi della Torah. Nel 1589 torno' a Venezia con la madre che aveva deciso di combinare il matrimonio tra Leone e la figlia maggiore di una sua sorella. Ma la fanciulla si ammalo' e il matrimonio non venne celebrato. Rimase a vivere a Venezia, ebbe una vita avventurosa e travagliata, mori' nel 1648 (Arnaldi, Pastore Stocchi, "Storia della cultura veneta", 1984, vol. 4, p. 304. Calimani, "Storia del ghetto di Venezia", 2016).
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