Il presente lavoro è il frutto di diversi anni di studio e ricerche condotte dagli autori sul tema del capitale intellettuale. Nel corso degli ultimi anni il tema del capitale intellettuale ha assunto una rilevanza sempre maggiore negli studi economico-aziendali in Italia e all’estero, ispirando una vasta produzione scientifica soprattutto con riferimento agli aspetti della gestione strategica, della misurazione e della rendicontazione esterna del capitale intellettuale. Tuttavia, se da un lato la letteratura riconosce la rilevanza strategica del capitale intellettuale per la sopravvivenza delle aziende, dall’altro negli ultimi tempi raccomanda di analizzarne l’impatto anche al di fuori dei confini delle singole realtà imprenditoriali, invitando gli studiosi ad interrogarsi sul contributo che il capitale intellettuale può dare allo sviluppo dell’ecosistema territoriale di riferimento. Nell’ambito dell’azienda pubblica università, il tema del capitale intellettuale non si veste di una originalità assoluta: diversi studi hanno dimostrato, per esempio, la relazione tra le componenti del capitale intellettuale e il valore pubblico creato dalle università. In accezione generale, l’università è stata definita come azienda capace di perdurare nel tempo, la cui ragione di essere è fondata sul soddisfacimento dei bisogni della collettività in relazione alla formazione e allo sviluppo dei saperi. Ne consegue che le università sono attori chiave della knowledge economy: esse, infatti, per missione istituzionale perseguono la produzione e il trasferimento della conoscenza, utilizzando come principali input produttivi gli investimenti in conoscenza e capitale umano. Pertanto, il capitale intellettuale rappresenta al contempo il principale input e il principale output dell’azienda pubblica università. Ancora, è noto come negli ultimi anni le finalità istituzionali delle università siano state ripensate, affiancando alle tradizionali missioni della didattica e della ricerca una terza missione, che si sostanza in iniziative con cui l’università potenzialmente favorisce lo sviluppo del territorio di riferimento. La terza missione, come si avrà modo di illustrare dettagliatamente nel lavoro, è un umbrella term che raggruppa un insieme di attività anche molto eterogenee, ma di fatto accomunate dalla volontà dell’istituzione università di apportare un’utilità concreta al territorio esterno di riferimento. Con la terza missione l’università diviene parte attiva dello sviluppo economico, sociale e culturale dell’ambiente esterno, aprendo finalmente le porte della famigerata “torre d’avorio”. Posto che il capitale intellettuale è al contempo il principale input e out-put dell’azienda pubblica università e che l’università è chiamata a contribuire allo sviluppo sociale, economico e culturale del contesto di riferimento, è agevole comprendere come il capitale intellettuale rappresenti uno strumento strategico per la creazione di valore nell’ecosistema territoriale. Tuttavia, al momento in cui scriviamo, gli studi sul contributo del capitale intellettuale alle attività di terza missione dell’università sono ancora piuttosto limitati. Su tali premesse, il presente contributo si pone l’obiettivo di analizzare, in chiave teorica, il legame tra il capitale intellettuale e le attività di terza missione dell’azienda pubblica università.
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