Nato da una famiglia ebraica di origine austriaca - il nome del padre era Leopold Percy Obstbaum -, dopo la perdita dei genitori negli anni ’30 si trasferì in Gran Bretagna dove rimase affermandosi come storico di primissimo piano, sempre fedele alla sua impostazione marxista.
Dopo aver studiato a Vienna, Berlino, Londra e Cambridge, insegnò al Birkbeck College dell'Università di Londra e alla New School for Social Research di New York.
Tra i suoi libri più significativi Il secolo breve (Rizzoli 1995), Ribelli. Forme primitive di rivolta sociale e la quadrilogia: L’eta della rivoluzione, Il trionfo della borghesia, L’età degli imperi, L’età degli estremi. Importanti anche l’autobiografia Anni Interessanti (Rizzoli 2002), Intervista sul nuovo secolo (Laterza 2001) e Viva la revolución. Il secolo delle utopie in America Latina (Rizzoli, 2016).
In particolare la quadrilogia è considerata una pieta miliare della storiografia moderna. Un altro autorevole storico britannico, Niall Ferguson, ha definito questa poderosa opera “il miglior punto di partenza per chiunque voglia studiare la storia moderna”.
Fellow della British Academy e Honorary Fellow del King’s College di Cambridge, marxista per tutta la vita, Hobsbawm restò legato al partito comunista britannico anche dopo l’invasione dell’Ungheria nel 1956: una scelta che gli costò molte critiche.
Rimane comunque uno dei più autorevoli storici contemporanei. Membro della della American Academy of Arts and Sciences, ha ricevuto numerose lauree ad honorem presso l'università di tutto il mondo.
In un'intervista che ci rilasciò nel 2000 affermò che questo "sarà il millennio dell'ineguaglianza".
Fonti: Archivio Laterza, Archivo Rizzoli, La Stampa
Sotto: Eric J. Hobsbawm alla sua scrivania nei primi anni della sua carriera e lo studio in cui ha lavorato in tarda età.