(Glencoe, Illinois, 1892 - Boston 1982) poeta statunitense. Reduce dalla prima guerra mondiale, praticò per qualche tempo l’avvocatura ma, pubblicato un primo volume di versi, La torre d’avorio (The tower of ivory, 1917), nel 1923 si trasferì a Parigi, dove visse tra gli espatriati della «generazione perduta». Tornato in America nel 1928, iniziò un vasto poema epico, Conquistador (1932), incentrato su Cortés. Negli anni Trenta assunse il ruolo di poeta pubblico, cui restò fedele per il resto della vita. Protagonista nei congressi degli scrittori americani, condivise il radicalismo di molti di loro e si impegnò a favore degli antifranchisti durante la guerra di Spagna. Tra le sue opere: il poema Il vaso della terra (The pot of earth, 1925), le liriche di Strade sulla luna (Streets on the moon, 1930), Terra nuova (New found land, 1930), Discorso in pubblico (Public speech, 1936), Canti per Eva (Songs for Eve, 1954), La stagione umana: poesie scelte (The human season: selected poems, 1972). Autore anche di testi teatrali, di radiodrammi (La caduta della città, The fall of the city, 1937) e di saggi (Poesia ed esperienza, Poetry and experience, 1931), M. impersonò, in versione americana, moderatamente progressista, la figura del poeta-diplomatico, nella linea di un Claudel o di un Saint-John Perse.