SCORPIONE

Il vostro segno è lo Scorpione se siete nati tra il 23 ottobre e il 21 novembre.

Siate sinceri con voi stessi: non appartenete al segno più “facile” dello zodiaco. Avere a che fare con uno Scorpione può essere meraviglioso, ma anche impegnativo. Non vi accontentate mai della via di mezzo: o tutto o niente. Ma siete sensuali, coinvolgenti, intuitivi, maestri del fascino e del mistero e per questo nessuno può resistervi. Avere un partner, un amico, o un genitore scorpione mette alla prova chiunque. In senso anche positivo: tirando fuori il meglio del rapporto per tenerlo in vita. O tutto o niente vale per l’amore, per la famiglia, per il lavoro e anche per le amicizie.

La vostra sensualità, il fascino, l’intelligenza e quell’alone enigmatico che vi circonda (uomini e donne al pari) fanno di voi persone a cui non si può rinunciare: gli altri combatteranno, cambieranno per tenervi vicini

Siete apprezzati perché amate la verità, la schiettezza, andate in fondo alle questioni. Ma quando vi trovate di fronte a qualche falsità, reagite spesso in modo troppo forte, rischiando di rompere rapporti che invece si potevano recuperare. Non sempre il comportamento degli altri è inquadrabile nel semplice bianco/nero, ci sono sfumature da comprendere e giustificare.  E attenti anche all’eccessiva gelosia. Potete troncare un rapporto da un giorno all’altro per un tradimento, una bugia, o anche solo un fraintendimento che vi colpisce nel profondo come a pochi altri accade.

«Lì rimasero per più di due ore il cane e il suo padrone, ciascuno con i propri pensieri, ormai senza lacrime piante dall'uno e asciugate dall'altro, chissà, forse in attesa che la rotazione del mondo rimettesse tutte le cose ai loro posti, senza dimenticarne qualcuna che fino ad ora non è ancora riuscita a trovare il proprio» ‒  José Saramago, La caverna

Aveta la capacità di approfondire ogni argomento, scavando a fondo. Questa dote potrebbe portarvi a essere ottimi psicologi o psichiatri, etologi, fisici, astronomi o geologi. Ma anche revisori in senso lato: dei conti di un’azienda, delle questioni economiche e fiscali (perché no, entrando nella Guardia di Finanza), o ricoprendo il ruolo di project manager. Fateci caso: gli autori scorpione sono tra i maggiori indagatori dell’animo umano e tra quelli che meglio ricostruiscono vicende, avventure, esistenze. L’introspezione è importante per voi (che non disdegnate un supporto psicologico) ma difendete strenuamente i vostri spazi: ciò che scoprite di voi stessi deve rimanere riservato. E anche da qui nasce l’idea che sia il segno del mistero, perfino dell’occulto. Certamente dell’astrologia: Branko è nato il 23 ottobre 1944.

«Che eccitazione, che shock essere viva in una mattina di giugno, florida, scandalosamente privilegiata» ‒ Michael Cunningham, Le ore

Molto vario il panorama di autori appartenenti a questo segno. Difficile inquadrarli: sfuggono alle categorizzazioni com’è caratteristico del segno. Ippolito Pindemonte nasce il 13 novembre del 1753, Friedrich Schiller il 10 novembre 1759, John Keats il 31 ottobre 1795, Ivan Turgenev il 9 novembre 1818, Robert Louis Stevenson il 13 novembre 1850, Selma Lagerlöf, scrittrice svedese, nasce il 20 novembre 1858 (e vince il Premio Nobel per la letteratura nel 1909), Carlo Emilio Gadda il 14 novembre 1893.

Passando al Novecento: Dylan Thomas (27 ottobre 1914), Luigi Malerba (11 novembre 1927), Imre Kertész nato a Budapest il 9 novembre 1929 e Premio Nobel nel 2002, Kazuo Ishiguro, Premio Nobel per la Letteratura nel 2017, nato a Nagasaki l’8 novembre 1954. E ancora Gianni Rodari (nato il 23 ottobre 1920) e Bruno Munari (24 ottobre 1907), ma anche da uno scrittore fuori dagli schemi come Trilussa (26 ottobre 1871).

Potremmo individuare nell’opera di José Saramago – nato ad Azinagha, in Portogallo, il 16 novembre 1922 e premiato con il Nobel per la Letteratura nel 1998 –, l’autore scorpione per eccellenza: il suo scavare nel profondo ha portato a capolavori come Cecità, L’uomo duplicato o La caverna. 

Ecco i vostri autori, giorno per giorno:

«Lui, che adesso è padre, vorrebbe tornare a essere soltanto figlio»

‒ Stefania Auci, L’inverno dei leoni