Fino a qualche anno fa avrei preferito i dubbi ed il silenzio ad una brutta figura, ad una bella batosta. Ma sono cresciuta e sono cambiata, ho incontrato amici che mi hanno insegnato che la vita è troppo breve per viverla in un continuo e se..., semplicemente, quell' e se di cui ho tanta paura, quel dubbio che un po' è certezza di un rifiuto, quel non volere rimpianti e provarci, fa meno paura con gli amici che ti sosterranno sempre intorno Nic e Vic hanno avuto gli stessi dubbi, le stesse paure, in momenti diversi della loro vita hanno pensato che fosse il caso di buttarsi o di non rischiare, hanno perso otto anni nel rincorrersi in sogno, nello sfuggirsi nelle cose che gli piacevano, ma in un certo senso sono stati l'uno il fantasma dell'altra per tutto questo tempo. Alex, sfrontato seduttore ha avuto paura con Charlotte, che di paura di ferirsi con lui ne ha sempre avuta, finendo con il farle male, l'unica cosa che avrebbe voluto evitare. L'autrice ci ha fatto a dir poco penare con questo libro, un futuro sempre incerto come un elefante in equilibrio su un filo, un finale sperato, agognato ed incerto fino alla fine che ha strappato lacrime (e se Nic fosse reale forse anche qualche schiaffo) ma che ora, dopo averlo finito, mi ha fatto versare una lacrima, piccola e solitaria ma più significativa di se fossi stata una fontana. Questo libro mi ha suscitato davvero tante emozioni (tra cui anche la voglia spasmodica di leggere una storia solo su Alex e Charlotte, perché dai, dopo tutto sto casino ce lo meritiamo) e mi ha anche fatto riflettere molto.
